Dopo circa 80 anni, è stata finalmente trovata la pagina mancante del documento del 1930 di Albert Einstein sulla teoria del campo unificato

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Alla teoria del campo unificato, Albert Einstein dedicò gli ultimi 30 anni della sua vita. Copia dei suoi appunti sono sempre stati in possesso degli studiosi di tutto il mondo ma si trattava di una documentazione incompleta per colpa di una pagina mancante. Ora a distanza di tanto tempo, quel foglio è stato ritrovato.

La pagina mancante degli studi di Einstein

La scoperta è davvero straordinaria. In occasione del 140esimo anniversario della nascita di Einstein, l’Università Ebraica di Israele ha deciso di esporre una copiosa documentazione di manoscritti del fisico tedesco.

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Si tratta di 110 pagine tra appunti e studi scritti da Einstein tra il 1944 e il 1948 quando si trovava negli Stati Uniti, all’Università di Princeton, nel New Jersey, dove si trasferì quando Hitler salì al potere.

Gli esperti si sono accorti che tra questi importanti documenti è presente anche l’unica pagina mancante dell’appendice composta da 8 pagine di uno studio sulla teoria dei campi unificati, presentato all’Accademia delle Scienze di Prussia nel 1930.

I manoscritti in mostra all’Università Ebraica di Israele

Il ritrovamento del prezioso foglio permette di completare il puzzle di uno studio a cui Einstein si dedicò, pur senza successo, per gli ultimi 30 anni della sua vita.

Il Premio Nobel cercò infatti invano di dimostrare la teoria che l’elettromagnetismo e la gravità erano manifestazioni diverse di un singolo campo fondamentale.   

I manoscritti che ha deciso di esporre al pubblico l’Università – a cui dopo la sua morte nel 1955 Einstein aveva lasciato tutti i suoi elaborati scientifici e personali – sono stati acquisiti grazie a una donazione della Crown-Goodman Foundation.

Ecco come pensava Einstein

Questa documentazione, come detto, era già disponibile al mondo scientifico sotto forma di copie. Ora tutti potranno ammirare gli studi originali.

Questi documenti riflettono il modo in cui pensava Einstein, il modo in cui Einstein stava lavorando. La maggior parte di loro, nella sua calligrafia, sono calcoli matematici con pochissimo testo”, ha affermato il professor Hanoch Gutfreund, consulente accademico degli archivi.

Sono riassunti dei suoi appunti; ogni volta che qualcosa lo colpiva, una nuova idea, si sedeva immediatamente e lo scarabocchiava, cercando le sue conseguenze” ha aggiunto l’esperto.

(foto @kikapress)