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Il 2016 sarà sicuramente per Zucchero un anno incredibile: il cantautore si prepara infatti a un ritorno in grande stile, con un nuovo album di inediti (di cui però si parla ancora pochissimo) e soprattutto con 10 live all’Arena di Verona, tutti nel mese di settembre.

Una “grandissima festa”, come la serie di live viene giustamente definita in conferenza stampa, organizzata con lo scopo di celebrare la carriera di Zucchero e a cui seguiranno il tour mondiale e il nuovo disco firmato Universal. A ‘corredo’ di questa grande festa ci sarà anche una mostra (sempre a Verona) che partirà probabilmente nel primo periodo di settembre 2016 e i concerti avranno ovviamente anche una controparte televisiva. Tutto però è ancora da studiare e organizzare, di certo c’è solo che ogni concerto avrà una guest star d’eccezione – nazionale o internazionale – e che gli ospiti verranno tutti annunciati verso giugno dell’anno prossimo.

“Mi piacerebbe avere Pavarotti, Joe Cocker, Pino Daniele… – scherza Zucchero, ricordando grandi artisti scomparsi – Proverò a trovare qualche artista alla loro altezza, ho già qualche nome in mente, ma devo prima verificare la loro disponibilità. Penso a Eric Clapton o Sting, ma anche a qualcuno di meno scontato e a qualche italiano. Il problema con gli italiani però è che quando li chiami non riescono mai a organizzarsi in due secondi, come succede invece con gli artisti internazionali”.

Inutile dire che l’anfiteatro veneto sembra il luogo ideale per celebrare la musica per qualsiasi artista, eppure 10 serate nella stessa location non sono facili da affrontare: “È una sfida – concorda infatti il cantautore – mi stimola molto. Sappiamo che non è facile riempire 10 date in un posto solo”. Tuttavia, precisa Zucchero, “piuttosto che andare a destra e sinistra, ho trovato un posto in cui mi sento a casa. L’anno prossimo andrà così, poi si vedrà”.

Per quanto riguarda la scaletta, il cantante chiarisce che ci saranno sicuramente i singoli più celebri, ma anche qualche sorpresa a beneficio dei fan: “Mi piacerebbe riscoprire brani che non canto da molto tempo. – commenta Zucchero – Non sono amante dei social, ma sono tenuto ad andare a vedere Facebook e noto che i miei fan sognano di ascoltare canzoni che non faccio da tanto, perché non sono mai stati singoli. Comunque io la scaletta la cambio un po’ tutte le sere, vado a istinto, ma fa parte del mestiere cantare quello che ti va di cantare una determinata sera”.

In attesa dei live (previsti per il 16, 17, 18, 20, 21, 23, 24, 25, 27 e 28 settembre) Zucchero lavora al nuovo album, di cui però si rifiuta di parlare troppo, anche perché è ancora in fase di produzione.

 

Zucchero: l'album e gli attacchi di Parigi

“Starò a New Orleans tre mesi per finire questo disco che ho già cominciato e a cui sto lavorando da un anno. – ci spiega Zucchero – Dovrebbe vedere la luce in primavera, non so precisamente quando. È un disco che ritorna un po’ alle sonorità di Oro, incenso e birra. Sentivo il bisogno di tornare ai suoni che mi hanno permesso di fare la mia carriera”. Di altro, sappiamo solo che Zucchero ha lavorato con tre produttori americani, “nomi che non sono facili da avere – precisa – ma siamo riusciti a trovare l’incastro”. Insomma, col nuovo disco, il cantautore emiliano ritorna un po’ alle origini, per ritrovare “la libertà e la spontaneità” di un tempo, “senza badare alle regole della radio”: “È un lavoro complesso dal punto di vista emotivo – conclude – ma per ora sono contento, anche se c’è tanto lavoro da fare”.

Inevitabile poi non chiedere a un artista importante come Zucchero un’opinione sui tragici eventi di Parigi, che hanno spinto molti artisti ad annullare il live: “Non c’è molto da stare allegri. Io avrei cancellato il live se fossi stato in tournée. – dichiara – Sarebbe stato fuori luogo, non tanto per la paura, ma sarebbe mancato lo spirito di cantare, in una situazione così drammatica non me la sarei sentita”.

“Quello che ho notato di questi attentati è soprattutto la vigliaccheria con cui stanno combattendo – aggiunge poi Zucchero – toccando posti come un concerto, uno stadio, un ristorante. Luoghi senza una connotazione politica o religiosa. È vigliaccheria attaccare posti in cui non c’è potere”.

Oggi più che mai, in breve, la musica deve servire anche ad andare contro qualcosa, “la corruzione, l’arroganza e la bruttezza che ci stanno avvolgendo”, ad esempio. Un merito che per Zucchero va ai rapper: “Alcuni rapper mi piacciono, non tanto per come cantano, perché ormai non canta più nessuno, quanto per il coraggio di dire cose, il che nel rock o nel pop non c’è più. I rapper hanno il coraggio di andare contro qualcosa e ce n’è sempre bisogno”.