loading

'Wrong Crowd', il 'viaggio' di Tom Odell tra mille influenze e la celebrazione della malinconia.

Con il suo album di debutto, Long Way Down, il cantautore britannico Tom Odell ha catalizzato su di sé l'attenzione di pubblico e addetti ai lavori, raggiungendo la vetta delle classifiche nazionali in Regno Unito, Scozia e Olanda e finendo per essere riconosciuto un po' universalmente una penna da tenere d'occhio.

Sono passati tre anni dall'esordio discografico e il 10 giugno sarà finalmente a disposizione di chiunque Wrong Crowd, il secondo album in studio dell'artista, che avrà l'onere e l'onore di tracciare più dettagliatamente i contorni dell'artisticità di Odell, a cui non mancano estro e peculiarità.

Wrong Crowd è infatti il risultato e l'insieme di 11 tracce in cui Tom prova a suonare e cantare stati d'animo differenti, giocando con la musica e con i generi a dispetto del principio secondo cui ‘repetita iuvant'. Nulla infatti si ripete in questo album, né nelle tematiche né nella costruzione delle sonorità, che variano dal rock al blues, contaminate e forti delle tantissime influenze di cui Tom è stato inconsapevolmente e consapevolmente vittima.

“Ci sono tantissime influenze in questo album, c'è tanta musica e tanti cantanti, non solo uno. – ci racconta Tom – Mentre facevo questo disco era molto importante per me non fare la stessa cosa due volte. Ho registrato tantissime canzoni e non tutte sono nell'album, perché la scelta della tracklist è dipesa proprio dal fatto di non ripetere le idee”.

La traccia iniziale è proprio Wrong Crowd, “una celebrazione della tristezza” secondo Tom, che ammette tuttavia un po' rassegnato quanto gli risulti difficile descrivere le proprie stesse creazioni. Nel secondo singolo del disco, Magnetised, si respira invece “la sensazione di andare alla ricerca di qualcuno che non ci vuole”, mentre con Constellations (di cui si sente un pezzo alla fine del video di Wrong Crowd) la musica di Tom Odell diventa quasi visuale, sotto la guida dell'ispirazione data da grandi cantautori statunitensi come Harry Nilsson e Randy Newman. Il fil rouge dell'album, se proprio lo si vuole e lo si deve trovare, è il pianoforte di Tom – da cui ogni canzone è nata per trasformarsi poi in un mondo a sé stante – e i “18 mesi in cui ho scritto le canzoni”, chiuso in un appartamento di New York e trascinato da un forte senso “di insicurezza”.

“Penso che per scrivere, almeno per quanto mi riguarda, devi liberarti di tutte le cazzate che hai in testa per raggiungere un luogo che sia vero. – ci rivela il cantautore – Ogni cosa che io abbia mai scritto, ogni parola, deriva dal fatto che io sono entrato in questo luogo. In questo posto io smetto di mentire a me stesso, è un posto genuino”.

Gli chiediamo se, all'atto pratico, non gli risulti difficile trovare questo spazio ‘puro' ora che anche lui fa parte della centrifuga dello show business e Tom ci confessa che, soprattutto dopo il tour – che definisce quasi una cella sotterranea piena di stimoli esterni – necessita spesso di un periodo di assestamento per riassaporare la normalità.

“Ogni tanto – conclude sorridendo e sottolineando che il concetto non è frutto di un eccessivo ego, ma semplicemente di realismo – serve semplicemente tornare ad essere sfortunati”.

 

Tom Odell, Wrong Crowd: la tracklist

Wrong Crowd
Magnetised
Concrete
Constellations
Sparrow
Still Getting Used to Being On My Own
Silhouette
Jealousy
Daddy
Here I Am
Somehow

The deluxe edition:

She Don't Belong To Me
Mystery
Entertainment
I Thought I Knew What Love Was