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The Afterlove, James Blunt: 'Un disco più audace e sicuro, ma sono sempre io'

Si intitola The Afterlove il nuovo album di James Blunt, uscito il 24 marzo e ricco di importanti collaborazioni, dall’amico e collega Ed Sheeran al ‘paroliere’ Ryan Tedder, frontman degli One Republic.

Un disco quasi inedito, che segue Moon Landing (del 2013) e che si distacca in parte dall’usuale produzione del cantautore britannico, che stavolta – complici forse anche gli amici che ha chiamato a raccolta per realizzare questo nuovo progetto discografico – ha giocato un po’ di più col sound e i testi, spostandosi su lidi più contemporanei.

“I primi brani della tracklist forse mostrano un mutamento – precisa però subito James Blunt, che incontriamo a Milano – ma se si ascolta tutto l’album la prospettiva cambia. Brani come Time of Our Lives o Don’t Give Me Those Eyes, il mio preferito, sono bellissime ballad. Make Me Better, ad esempio, l’ho scritta con Ed Sheeran e ha un sound molto simile a quello dell’album Back to Bedlam, proprio perché Ed mi ha detto di essere un grande fan del mio primo disco. Per cui ho pensato di fare un salto indietro e aprirmi nel testo tanto quanto feci in quell’album, il che non è stato semplice. La canzone però piace a me e soprattutto alla mia famiglia. Diciamo che se la mia musica ti è sempre piaciuta, in The Afterlove ci sono tantissime canzoni nel mio stile. Se invece non ti sono mai piaciuto, allora sì, qualche canzone di questa canzone potrebbe sorprenderti. In alcuni brani c’è più sicurezza e un po’ più audacia”.

L’approccio di James Blunt alla musica è serissimo, ma il cantautore non manca di far trasparire la sua fortissima vena ironica, che del resto viene fuori ‘in tutto il suo splendore’ sui social. Questo perché James non sente “il bisogno di descrivermi a 7 milioni di persone che vivono nel mondo e che non incontrerò mai”.

“Sono grato per il supporto – spiega James – ma penso ci sia un fraintendimento di base per quanto mi riguarda. Sono diventato famoso con canzoni come You’re Beautiful e Goodbye My Lover che in realtà non sono per nulla romantiche. You’e Beautiful parla di un ragazzo che fa stalking alla ragazza di un altro. La verità è che io sono un idiota del ca**o, dovrei essere rinchiuso da qualche parte. Se la gente pensa che sono romantico, però, mi sta bene. Certo, se mi seguono su Twitter, si renderanno conto presto che non sono affatto romantico, ma cos’altro potrei fare? Twittare cose come ‘Ehi, comprate il mio album’? Lo trovo noiosissimo, la gente prende Twitter troppo seriamente. Eppure, quando i social ancora non esistevano, i nostri genitori ci dicevano che se non si ha nulla da dire è meglio stare zitti. Ce ne siamo dimenticati, pensiamo di poter dire tutto ciò che ci passa per la testa. Io la prendo a ridere, la vita vera è molto più importante”. 

Inevitabile dunque chiedere a James del tweet in cui annunciava il nuovo album, sostenendo ironicamente che il 2017 sarebbe stato – per questo motivo – peggiore del 2016: “Sì, questo album è una punizione (ride, ndr). No, spero di no. – risponde – Spero che vi piaccia”.

James si sofferma poi a parlare delle collaborazioni nell’album (“Time of our lives l’ho scritta con Ryan e Ed – racconta – ed è stato bellissimo condividere la stanza con loro. Parla del giorno del matrimonio, quando sei circondato da centinaia di persone ma hai occhi solo per una di loro”) e dell’esperienza di diventare padre, che ha inevitabilmente cambiato il suo modo di scrivere musica.

Qualche parola, infine, James la riserva alla canzone che l’ha reso celebre, You’re Beautiful, diventata quasi una sorta di ‘maledizione’. Blunt, tuttavia, smentisce subito questa ipotesi.

“Provo solo amore per quella canzone. – ci spiega – Mi sento incredibilmente fortunato, eppure la domanda che mi viene rivolta più spesso è se mi sia stancato di cantarla. Ma perché diavolo dovrei essere stanco di cantare la canzone che mi ha portato fin qui? Non avrei la mia bellissima casa a Ibiza senza quella canzone, probabilmente non avrei neanche incontrato mia moglie o fatto tour in tutto il mondo! La gente spesso viene ai miei concerti solo se per sentire You’re Beautiful, potrei suonare solo quella canzone anche se sarebbe strano e noioso. Però devo dire che se non la faccio la gente inizia a urlarmi contro. Non ho capito perché alcuni artisti inizino a odiare le canzoni che li hanno lanciati, ogni musicista ha iniziato con una sola canzone. Penso anzi sia bellissimo, non riuscirò mai a ripetere l’effetto di un simile successo, anche se penso di aver scritto canzoni migliori”.