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Sulla testa dell'elefante, Bottega Baltazar: 'Cantiamo la vita dura, ma sempre da celebrare'.

È nato sul Monte Summano il nuovo album dei Bottega Baltazar, che – non a caso – si intitola Sulla testa dell’elefante. La cima, che appartiene alle Prealpi Vicentine, ricorda infatti con la sua forma il capo di un pachiderma e, come se non bastasse, porta con sé secoli di storia, risalenti addirittura al Neolitico, e colmi di misteri e di antichi riti, che avranno fatto pensare alla band di Padova – composta da Giorgio Gobbo (voce e chitarra), Sergio Marchesini (pianoforte e fisarmonica), Antonio De Zanche (contrabbasso e basso elettrico), Graziano Colella (batteria, percussioni) e Riccardo Marogna (clarinetto, clarinetto basso, sax tenore ed elettronica) – di poter trovare qui, in questo angolo sperduto, la giusta ispirazione per nuove note e nuovi testi. Così è stato, pur con tutte le difficoltà del caso che forse hanno solo contribuito ad arricchire un disco già di per sé sui generis (e con una copertina rischiosissima senza nomi e scritte), uscito il 27 maggio per Azzurra Music.

“Non siamo montanari. – ammette Giorgio ai nostri microfoni – Veniamo dalla città, dalla modernità, e abbiamo sentito il bisogno a un certo punto di prenderci del tempo per scrivere ‘coi piedi’, non nel senso di scrivere male, ma in quello di mettersi in viaggio, raccogliere cose da raccontare e prendersi il tempo per farlo”.

Si respira l’aria di montagna anche nelle tematiche di questo album, che ha come denominatore comune di tutte le canzoni l’essere umano.

“Il contesto geografico diventa poi un teatro in cui mettere in scena quello che noi scopriamo. – continua Giorgio – La montagna si presta come ambiente a raccontare storie di vita dura. Sarà una verità banale, ma la vita è proprio così, dura, contraddittoria, eppure sempre da celebrare".

 

Bottega Baltazar, Sulla testa dell'elefante: tracklist

A colloquio con i nembi, Sora del mont, Drago bianco, Rugby di periferia, Il sogno del gatto Melville, Osteria all'antico termine, La smortina innamorata, Bussarti alla finestra con la neve, Venite adoremus e Foresto casa mia.