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È un anno importante il 2016 per Sfera Ebbasta: dopo l’album XDVR, pubblicato su etichetta Roccia Music, è infatti arrivato il tanto atteso momento della svolta. Il 9 settembre è uscito Sfera Ebbasta, il primo album del rapper pubblicato per Universal/Def Jam, che vede l’ormai immancabile collaborazione con Charlie Charles (che l’ha prodotto interamente) e che contiene brani inediti e vecchie hit.

11 canzoni, per l’esattezza, che danno forma allo stile peculiare di Sfera Ebbasta migliorandone la qualità sonora, senza sminuirne tuttavia le tematiche, che sono tanto care ai seguaci dell’artista.

“La sfida maggiore nel fare questo album era quella di rispettare le aspettative che tutti avevano nei miei confronti. – ci rivela Sfera Ebbasta – Sono uscito dal niente, ho fatto parlare tutti, per cui ci si aspettava una conferma. Non puoi sapere se si tratta di una botta di cu*o o se sei veramente uno che funziona. Poi non volevo che uscisse un disco uguale a XDVR, con lo stesso sound e con i video a Cinisello. Questo era il momento di far vedere che Sfera era passato da Cinisello e dal fumarsi le canne tutto il giorno a fare del rap il proprio lavoro”.

La crescita, secondo il rapper, è avvenuta soprattutto lo scorso anno, durante il quale “ho capito tante cose, che non era tutto rose e fiori come immaginavo all’inizio”.

“Questo album doveva rispecchiarmi in tutto, anche nel titolo. – aggiunge Sfera Ebbasta – Era giusto anche non mettere featuring, perché tutti se li aspettavano, sarebbe stato banale. Anche io da fan me lo sarei aspettato, ma ho voluto correre dei rischi. Sono sicuro comunque che se una persona si ascolta bene il disco e non parte con il pregiudizio che le sto sul ca**o, potrebbe capire l’upgrade della qualità. È proprio un bel disco, c’è un pezzo per chiunque”.

L’unico ‘featuring’ che appare nell’album è quello con SCH, Cartine Cartier, in realtà una vecchia hit inserita quasi ‘per dovere’, considerando l’importanza dell’artista francese.

E, a proposito delle critiche, Sfera commenta di affidarsi molto alle sensazioni: “In un anno ho fatto quello che altri rapper non fanno in 10 anni. Non riesco quindi a pensare ‘Ca**o, mi va male’, penso sempre ‘Dai fra! Vedrai che va bene’. Se ci mettiamo io e tutti i nuovi artisti della scena rap, se lavoriamo con costanza facendo bei pezzi, arriverà un momento in cui ci saremo solo noi e decideremo cosa va e cosa non va. Se non ca**eggi, quagli”.