Un microfono, una chitarra, un block notes e una telecamera.

La differenza tra cantare e raccontar notizie, per Sandro Petrone volto storico della Rai e inviato di punta del tg2 questi due mestieri hanno sempre convissuto. Per lui, inviato di guerra che ha raccontato New York dopo l’attentato alle Torri Gemelle e ha seguito le presidenziali di Obama e la Guerra del Golfo, fare il cantautore oggi dopo aver militato nelle news ha un significato profondo quasi liberatorio.

Come un inviato di guerra rientrato alla base: uno studio di registrazione.

Un giornalista che lascia il mestiere per tornare alla musica (e per altre ragioni che girano intorno alla Vita). Un flash-back concreto verso le radici che hanno permesso a Sandro Petrone, inviato storico RAI e conduttore del TG2, di continuare a raccontare, ma in altri termini e con rinnovata passione, le storie del mondo, le storie dell’esistenza.

E’ uscito lo scorso febbraio il suo SOLO FUMO, un progetto che negli anni Settanta sarebbe stato definito un concept album. Album che gira attorno a un’unica storia, quella drammatica e sentimentale di Sandro inviato e di Sandro cantautore, come in gioventù, che dopo quarant’anni in giro per il mondo, lascia il giornalismo per tornare a respirare e commentare “quadri di vita”.

Nove canzoni nelle quali il Destino, la Missione, l’Illusione, la Casa, i Figli, la Scomparsa, la Trascendenza, l’Amore e gli Altri, sono i temi da cui si diramano decine di storie nelle cinquanta pagine di testi e immagini che accompagnano questo delicato progetto e che si moltiplicano, giorno dopo giorno, nello spazio virtuale del suo web (www.sandropetrone.it) e in quello fisico degli incontri personali. Il decimo quadro di vita è una ghost track dedicata al dramma ambientale e sociale di Taranto. “Se parti dalla musica e arrivi al giornalismo per raccontare te e il mondo, e poi dal giornalismo torni alla musica per raccontare te e il mondo, vuol dire che qualcosa non va nel giornalismo” – è l’idea di Petrone che, incrocio napoletano, pugliese e romano, alla fine degli anni ’70 bazzicava da cantautore nel giro della Vesus-wave, l’onda musicale dei suoi amici Bennato, Daniele, Gragnaniello, Cercola. E quando lasciò Napoli e la musica per fare l’inviato, e non fare il cantautore, la musica rimase con lui come compagna interiore. 

Oggi la musica ritorna forte e presente più di prima e con Solo Fumo ultimo album di ballate intime e in chiave folk che segue “Last Call, note di un inviato” primo album del giornalista: raccontare per dimenticare ma anche per riesumare l’antico rinnovandolo: nei brani scritti da un curioso affabulatore si parla di una Napoli diversa ogni volta che viene rivissuta dopo averla fuggita, e si parla di petali, quali sono i figli che sgorgano dalla propria fisicità e scivolano via palpitando autonomamente. E ancora: “forse il giornalismo è più potente, ma l’arte della musica raggiunge finalmente qualche cuore…” Ed è proprio la voglia di raggiungere un pubblico ancor più vasto del piccolo schermo senza filtri e live che lo ha portato a fare delle sue presentazioni di Solo Fumo dei veri happening e appuntamenti singolari da non perdere, spesso arricchiti da ospiti musicisti e cantautori che Sandro ha incrociato negli anni umanamente e professionalmente.

Il 13 settembre si è chiuso con successo il tour estivo di ‘Solo Fumo’, a condurre l’evento il giornalista Giorgio Verdelli, sul palco con Petrone: Tony Cercola, Martino De Cesare, Enzo De Caro, Monica Marziota, Carlo Massarini, Paki Palmieri e Lorenzo Petrone.

Due ore appassionate di talk, aneddoti e musica vissuta in prima linea con amici e colleghi.