Sam Hunt debutta con Montevallo: 'Il country? È ciò che sono'.

Si intitola Montevallo l’album di debutto di Sam Hunt, ex giocatore di football professionista, che ha poi scelto la strada del country, dimostrando ovviamente di aver preso la decisione giusta.

Sam, originario della Georgia ma trapiantato a Nashville (come ogni countryman che si rispetti), a soli 31 anni vanta infatti già il record di primo artista country entrato con tutti i singoli pubblicati nella Top 40 della Billboard Hot 100. Del resto, il brano Take Your Time ha sbancato anche qui in Italia, non proprio terra fertile per un genere musicale tipicamente statunitense, conquistando il disco d’oro e restando ancorato per due mesi nella Top 5 dei brani più suonati dalle radio. Un fenomeno interessante, che dimostra anche l’evoluzione del country come genere, sempre più contaminato (qualora lo si voglia) da altri stili e ritmi, che lo rendono più fruibile e maggiormente diffuso. Abbiamo discusso di questo e di molto altro ancora proprio con Sam Hunt, che in tenuta sportivissima e con berretto in testa, ci ha accolto in un hotel milanese per spiegarci il suo primo progetto discografico.

“Di solito cantavo solo sotto la doccia, o comunque quando capitava, finché non ho avuto 18/19 anni. – ci racconta Sam – A quell’età stavo per andare al college e mi è venuta l’idea di imparare a suonare la chitarra, così ne ho comprata una. In realtà volevo avere un hobby, qualcosa da fare nel mio tempo libero. Dopo i primi tentativi mi sembrava però di essere intonato, per cui ho iniziato a registrarmi, anche quando provavo a scrivere le mie canzoni. Penso di aver sviluppato in questo modo qualsiasi talento io avessi dentro”.

Nessun insegnante per Sam, solo tantissime grandi icone di musica country, ascoltate in macchina durante i tragitti da casa a scuola, e poi – in un secondo momento – grazie all’avvento di internet, la scoperta della musica ‘country’ rigorosamente selezionata (per lo più anni ’80 e ’90) e – perché no? – anche un po’ di R&B, che difatti si percepisce molto nel lavoro dell’artista statunitense.

“A un certo punto ho desiderato raccontare la mia storia, in prima persona. – ci spiega il cantante, che ha esordito in realtà più come autore che come cantautore – Scrivere musica che fosse personale e che si adattasse unicamente alla mia voce. Devo dire che sono stato tentato anche dalla voglia di viaggiare e di far uscire più canzoni, perché non è facile – credetemi! – vivere scrivendo canzoni, se non vengono considerate da artisti importanti. Il fatto che una tua canzone venga scelta non significa necessariamente che accada anche in futuro, per cui debuttare come cantautore mi ha dato indubbiamente più possibilità, con l’ovvia premessa di avere successo”. Il successo è arrivato, grazie sicuramente anche allo stile molto semplice di Sam, che ora invece dovrà fare i conti con una vita non più tanto comune (“In questo momento sto cercando proprio di capire come adattare questa mia nuova vita ai miei testi”) e con le aspettative elevatissime di tutto il mondo. Quanto sarà complicato – in questo contesto – non snaturarsi? E sarà possibile?

“Rimarrò sempre legato alla country music. – commenta Sam in proposito – È un genere che significa tantissimo per me, è parte della mia identità e non a caso ispira anche la forma delle mie canzoni. Sono una persona country, vengo da una cultura country e non penso di poter abbandonare questo stile in futuro. Vorrei però essere in grado di sperimentare un po’ con nuove sonorità, che magari per alcuni fan del country non rientrano necessariamente tra le barriere del genere. Nel mio cuore però so che non importa cosa canterò, farò sempre musica country, perché è ciò che sono”.