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Non esistono abbastanza aggettivi per definire il piccolo variegato mondo di Petite Meller, ex modella di origine franco-israelita che sta spopolando sul web e in radio con il singolo Baby Love, un brano che racconta le pene d’amore con un sound irresistibile.

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Abbiamo incontrato questa stravagante ragazza bionda nel salottino della Universal a Milano, per provare a capire qualcosa di più del suo bizzarro ‘universo’ – fatto di musica, beatbox ed esperimenti mediatici e visual – che lei chiama molto serenamente il suo “piccolo impero di creatività”.

 

Petite ci accoglie sorridendo e con uno short e un top a righe gialle e blu che sprigionano colore, a dimostrazione del fatto che la giovane chansonnière sia proprio come la vediamo nei suoi video: variopinta, particolare e assolutamente unica. Tra una battuta e l’altra, Petite ci descrive il suo genere musicale – da lei ribattezzato “nuovo jazzy pop” – un mix di jazz, chanson francese e ritmi tribali, che del resto ritroviamo in ogni sua canzone.

Il suo disco d’esordio – di prossima uscita – si chiamerà invece Milk Bath (Bagno di latte) e sarà “proprio come Baby Love, gioioso, pieno di felicità” e pronto a risollevarci dal dolore con la forza della musica dance. Un’anteprima di questo “party” infinito che è la musica della Meller l’hanno avuto a Roma gli spettatori del Coca Cola Summer Festival (trasmesso anche in tv, in differita), un’esperienza che Petite – da sempre innamoratissima di Roma e del cinema italiano – non dimenticherà: “È stato fantastico” ci rivela infatti in un italiano improvvisato, ricordando le 20mila persone che l’hanno accolta nella città.

Parlando di influenze musicali, del fascino che la filosofia e Freud esercitano su di lei, Petite ci racconta anche la sua passione per i viaggi (è un'inguaribile turista) e per le percussioni, confessandoci – senza falsa modestia – di avere sempre "grandi aspettative" e di non essere dunque molto sorpresa del successo di Baby Love, una canzone "catartica" ed "euforica", per la quale ha ricevuto molti complimenti.

In attesa di scoprire cosa ci riserverà l'album, vi lasciamo alla nostra intervista.