Tanto è stato travolgente e fondamentale per la musica l’esordio dei Gorillaz, quanto difficile e faticoso sembra essere mantenere il livello dell’aspettativa che quell’esordio ha generato.

 

Nati nel 1998 da un’idea del cantante dei Blur, Damon Albarn e del fumettista Jamie Hewlett (la matita dietro al personaggio di Tank Girl) e arrivati all’esordio nel 2001 con l’omonimo Gorillaz, i due seguendo un’intuizione in gradi di raccordare le loro discipline, ovvero musica e disegno, sono stati protagonisti di un successo forse inaspettato. Produzione ottima e intelligente, gusto per il pop e gusto per il gioco, un’idea vincente e la realizzazione di uno show dal vivo nel quale protagonisti erano gli avatar fumettistici della band, sono stati gli elementi distintivi dei Gorillaz. Anche il secondo album Demon Days, era carico di intuizioni e contemporaneità.

Poi il mondo della musica è cambiato, il 2000 è diventato passato e parte della spinta innovativa della super band inglese è andata persa. Gli album successivi (forse a causa dei tanti progetti che i vari elementi della band hanno continuato a seguire), non hanno raggiunto l’impatto emotivo degli esordi. E’ la vecchia storia dei primi dischi infuocati di una band e del seguito della carriera, poi non altrettanto brillante.

Quindi può accadere che a distanza di solo qualche mese dall’uscita del loro quinto album Humanz, la band si rimetta a lavorare su un nuovo album. Lo ha raccontato Jamie Hewlett la parte “estetica” dei Gorillaz

Damon ha iniziato a mandarmi i demo delle nuove canzoni piuttosto presto ed è eccitante sentire la nuova direzione, stanno inventando un nuovo stile.

Non resta che aspettare il nuovo album che mostrerà il loro nuovo stile, sperando che abbia la stessa energia dirompente ed innovatrice dei primi due album della band e che le vette delle classifiche tornino a raccontare le storie dei personaggi che animano l’universo Gorillaz.