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La rivoluzione sta arrivando e i Negramaro ne sono così convinti da chiamare proprio in questo modo il loro ultimo album, che segue – a distanza di ben 5 anni – Casa 69, debuttando immediatamente al numero 1 della classifica iTunes, nel giorno stesso dell’uscita (25 settembre).

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“Questo titolo doveva far pensare. – ci spiega Giuliano in conferenza – I titoli degli album possono essere dei veicoli per far riflettere, anche per antitesi. Ci sarà una rivoluzione nel disco dei Negramaro? Sono così presuntuosi? Sicuramente c’è una piccola rivoluzione in ognuno di noi, in ogni arte. È una piccola rivoluzione interiore, la nostra, di noi sei. Abbiamo scelto questo titolo non solo perché il primo brano dell’album si intitola così, una canzone per la prima volta esplicitamente sociale, ma anche per far pensare al fatto che le rivoluzioni partono sempre da piccole cose”.

12 tracce che parlano di “vita, morte e ironia”, che mostrano dunque la piccola rivoluzione-evoluzione di questa atipica band unita ormai da 15 anni, in piena controtendenza rispetto ai tempi: “Mentre scrivevamo questo album – precisa Giuliano – abbiamo avuto una nuova consapevolezza, matura, di ciò che è la vita. La rivoluzione è portare la vita al centro di ogni discorso, cinico o meno, perché il cinismo dilagante ormai va di moda”.

La rivoluzione musicale prova invece a spiegarcela Andrea Mariano: “Condividiamo da un sacco di tempo musica, vita, storie, esperienze. Siamo una band che praticamente convive ormai da 15 anni e abbiamo attraversato varie fasi nella nostra carriera musicale. Credo che ognuna abbia rappresentato un periodo e un grado di esperienza diverso. Dopo Casa 69 c’è stato un Greatest Hits con sei inediti che ha visto il nostro ritorno alla produzione artistica. Ora le cose si sono evolute in modo semplice, siamo un po’ tornati alla semplicità della sala prove, mettendo insieme tutti gli strumenti accumulati nel corso degli anni in un posto unico, siamo stati lì 3-4 mesi parlando, stando insieme e suonando. Ci siamo quindi approcciati a questo album cercando di godere delle melodie e dei testi”.

In realtà gli studi ‘usati’ dalla band sono stati diversi: da quello milanese di Mauro Pagani a quello di Nashville (per sviluppare il sapore blues che avvolge le melodie dell’album), passando per Londra, Madrid e New York. Alla base di questi spostamenti e della produzione, una grande fame di scoprire e di scoprirsi, senza tradire la propria identità, che ha del resto conquistato l’intera penisola in tutti questi anni.

Tra i nuovi brani, uno di quelli a cui il gruppo è più legato è L’amore qui non passa: “Ho dedicato questa canzone che chiude il disco a noi sei, alla nostra passione insieme, è tutto quello che rimarrà di noi. – commenta Giuliano – Per me, anche se domani dovesse cambiare tutto, è stato un onore avere amici così. È una storia che in Italia non esiste e sono felice che l’abbiamo vissuta insieme. Avere questo rispetto tra noi sei in un mondo così, è un punto di riferimento e speriamo che sia anche un simbolo di speranza”.

La rivoluzione sta arrivando, tracklist

1. La rivoluzione sta arrivando
2. Sei tu la mia città
3. Il posto dei santi
4. Attenta
5. Se io ti tengo qui
6. Lo sai da qui
7. Tutto qui accade
8. L’ultimo bacio
9. Ma quale miracolo
10. Danza un secondo
11. Onde
12. L’amore qui non passa mai