Dopo il singolo con Ghemon (Tutta la notte), la strada di Livio Cori – giovane artista partenopeo – sembra stia iniziando a costellarsi di piccole grandi conquiste.

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Premiato a Faenza con l'ambito Premio Mei come talento emergente, Livio si prepara infatti ad aprire le date più importanti del prossimo tour dei Planet Funk. Intanto il singolo con Ghemon scala le classifiche, guadagnandosi un posto tra le prime 60 posizioni in Earone e piazzandosi al numero 2 su MTV (classifica rap, hip hop e r'n'b), direttamente dietro a un grande come Macklemore.

Abbiamo fatto qualche domanda a questo artista figlio dell'hip hop, ma allergico alle etichette. Ecco cosa ci ha raccontato.

 

Ciao Livio, per prima cosa vorrei che mi raccontassi un po’ di te e di come è nato e si è evoluto il tuo percorso artistico. Ho letto che non ti piacciono le etichette e non ti defineresti proprio un rapper. Quindi chi è Livio Cori e come vive la musica?

Tutto è nato quando mio padre mi fece ascoltare un disco di Jay Z nel 2001. Avevo undici anni, giocavo a basket da qualche anno ed avevo già cominciato ad appassionarmi al mondo americano. Sempre tramite mio padre ho cominciato ad ascoltare i suoi dischi, Pink Floyd, Beatles, Marvin Gaye e tanti altri. Più in là ho iniziato a comprare i primi miei, ed oltre ad i classici del rap ascoltavo anche gruppi crossover come i Linkin Park ed i Limp Bizkit. Il fatto che faccia musica più ibrida rispetto al classico hip hop viene proprio dalla fortuna che ho avuto nell’ascoltare generi diversi fin da piccolo. Attualmente continuo ad ascoltare di tutto, musica di qualsiasi periodo, sia per piacere, sia per ricerca, che può risultare preziosa nella fase compositiva.

Al contrario di chi fa rap, hai anche (volutamente immagino) evitato un nome d’arte, mantenendo nome e cognome. Una rivendicazione ancora più forte della tua identità e del fatto che vuoi evitare qualsiasi definizione…

Quando ero più piccolo mi chiamavano Livio Baby poiché ero il più giovane di tutti! Crescendo ho voluto mantenere il mio nome, da un lato perché volevo rendere fiera la famiglia, dall’altro perché il nome Livio mi è sempre suonato strano, quindi ho voluto mantenerlo in modo che la gente potesse associarlo a qualcosa di forte. Spero di riuscirci!

Sei di Napoli, una città che si basa (fortunatamente) sulle contaminazioni. È evidente che ti sei tenuto lontano dal filone neo-melodico, ma in che modo il contesto culturale di questa città ha contaminato te, musicalmente parlando?

Napoli è il frutto della fusione di tante culture, inevitabilmente la musica che ne esce è contaminata da queste. Lo è stato in passato e lo è tutt’ora. Personalmente, oltre alla vecchia scena Hip Hop partenopea e ai maestri come Pino Daniele, Enzo Avitabile e James Senese, la parte di Napoli che influisce di più sulla mia musica è la città in sé, l’aria che si respira, le persone e la vita quotidiana.

Nell’album in uscita nel 2016 ho letto di molti featuring, tutti campani. Come sono nate queste collaborazioni e soprattutto è stata una scelta voluta quella di non andare a cercare in altre regioni?

Il primo disco volevo farlo con artisti che sanno di cosa parlo e che in qualche modo vedono le stesse cose che vedo io. Le collaborazioni sono nate durante il percorso creativo dell’album e sono state scelte anche in base ai miei ascolti visto che sono fan di ognuno di loro.

A proposito dell’album, Novilunio, manca poco… Come sta procedendo la fase produttiva e ci puoi anticipare qualcosa di quello che ci aspetta?

È quasi finito. È un disco dove si può comprendere a pieno il frutto delle varie influenze musicali che ho avuto e dove racchiudo molte esperienze della mia vita negli ultimi anni. Ascoltarlo aiuterà a conoscermi meglio.

Parliamo di Tutta la notte. Una scelta inusuale quella di duettare con un altro rapper, senza l’ormai inflazionatissimo ritornello melodico. Ci parli di questa canzone, da dove nasce? E come è nata l’idea del video in bianco e nero?

Tutta la notte racconta di scene e situazioni che spesso mi trovo davanti. Ragazze e ragazzi che corrono dietro a modelli di vita completamente sbagliati sottovalutando quanto loro stessi possano superare di gran lunga questi. Nel periodo in cui ho scritto il pezzo stavo ascoltando il disco di Ghemon. Apprezzando molto il suo modo di scrivere ed essendomi esibito più volte con lui, ho pensato di chiedergli una collaborazione sulla traccia, e lui ha accettato. Per quanto riguarda il bianco e nero ed il trattamento del video in generale, la scelta è stata del team WIZARDANDBLONDE che affiancati da Andrea Folino hanno fatto un ottimo lavoro.

Volevo chiederti una battuta anche sulla vittoria del premio come miglior artista emergente della scena Hip Hop dato dal MEI. Cosa significa per te questo riconoscimento? 

È stata una bella soddisfazione, molti artisti che ascolto hanno vinto questo premio all’inizio della propria carriera. Lo prendo come un buon augurio. 

Infine, un commento sul tour coi Planet Funk. Come hai reagito quando ti hanno chiesto di aprire il loro tour?

Ero incredulo, un misto tra gioia e ansia! Il livello è alto e io mi sto preparando per dare il meglio. Ne vedrete delle belle…

In occasione della MTV Music Week, Livio si esibirà a Milano, in via Corsico, il 24 ottobre.