Kama, "il nome d'arte che stava appresso ad un cappellino verde", presenta il suo secondo album, "Un Signore anch'io": 11 tracce di melodie pop, testi ironici e quello sguardo disincantato sui mali della società odiena che sono un po' il suo marchio di fabbrica.

“Un signore anch'io” è un album a tema spiritual-religioso, a partire dal singolo Sentirsi come Robert De Niro: hai un trascorso in particolare con la religione? Perchè proprio questo argomento ha acceso la tua creatività?

Il tema del disco e' la fede, non solo quella religiosa. La fede nei miti, nei modelli, nell'informazione, negli ideali e anche nella religione. "Un Signore anch'io" e' un invito a porsi delle domande. Se vogliamo entrare nel tema religioso, su 100 italiani 97 sono battezzati, 80 si dichiarano cattolici ma solo 36 sono praticanti. Vogliamo porci due domande sul fatto che forse catechizzare i bambini dalle elementari genera ottime pecore (pastore e gregge sono biblici…) ma pessimi credenti? Il messaggio vuole essere: siate Signori anche voi, credete in voi stessi, preservate la vostra libertà.

Cosa puoi dirci di “Un signore anch'io”? Come presenteresti questo album?

Intanto "un Signore anch'io", con la "S" maiuscola… mica un signore qualsiasi… E' un album che ho curato personalmente in tutti i suoi aspetti, scrittura, produzione, arrangiamenti. Suonato da musicisti bravissimi ma prima di tutto amici che hanno un ruolo fondamentale nella mia vita, anche extra musicale. Credo che si senta, e' un disco caldo, intenso, ricco di contenuti e idee, vero. Un disco nel quale ogni canzone ha un ruolo fondamentale, senza cedimenti, senza riempitivi…

Nel video di Sentirsi come Robert De Niro sei un Gesù vessato da turisti, predicatori e psicanalisti: cosa rappresenta quella figura di “sofferenza”?

Il video di Andrea Sartori, ideato da Stefano Ronchi ha un'altra peculiarità. E' un piano sequenza al quale abbiamo lavorato per due giorni, ambientato in un museo, davanti ad un tela di una crocefissione. Alla fine del video il Gesù del dipinto sparisce, rimane la croce spoglia. Il Gesù vero, quello vivo, quello dei giorni nostri in camicia e cravatta e rappresenta ciascuno di noi. Siamo noi, immersi negli stereotipi, soggetti da selfie, pazienti da psicanalisi. Mi piaceva vedere Gesù in psicoanalisi e mi piaceva così, appesantito, che si trascina lungo la vita. Credo lasci molto a cui pensare. Ne approfitto per ringraziare il Collettivo Virale, attori, comparse e aiutanti. E' stata un'esperienza faticosa e meravigliosa.

Primo disco a 30 anni, secondo a 40: oltre alla promessa che abbiamo letto sul tuo sito di non fare greatest hits nei prossimi dieci anni, cosa ha portato di diverso la maturità in questo secondo album?

Innanzitutto le decisioni sono state totalmente mie. Nulla e' stato L asciato al caso, e' un lavoro che mi rappresenta al 100%. Le tematiche sono piu' elaborate, più di testa e meno di pancia… Ho detto quello che pensavo, senza filtri, senza paure. La cosa del quale vado molto fiero e' legata al pensiero che di fatto e' un disco magari meno scanzonato di "Ho detto a tua mamma che fumi" ma con un messaggio di fondo molto positivo. "Un Signore anch'io" e' un disco che parla di riscatto, di autoconsapevolezza, di amicizia e di amore.