John Lydon / Rotten leader dei Sex Pistols, dj per un giorno a Rai Radio2 nella trasmissione "Popcorner", condotta da Francesco Adinolfi.

Il leader dei Sex Pistols e dei P.I.L. si è raccontato in esclusiva nazionale, parlando del nuovo disco, dell'impossibile riunione coi Pistols, dei grandi rimpianti legati ai suoi genitori e di molto altro. "Bello Roma, ciao!", ha esordito con Adinolfi un Lydon in grandissima forma. 

Il nuovo disco dei P.I.L. "What the world needs now", uscirà a settembre: "Su questo disco abbiamo esplorato l'idea di struttura. Il singolo che lo anticipa, "Double Trouble", nasce da una discussione che ho avuto con mia moglie legata al..bagno – racconta Lydon – Si, esatto. La canzone parla di questo. E' una beatitudine domestica, se troviamo piccole soluzioni nelle piccolo cose quotidiane non dobbiamo andare a fare la guerra per cose più grandi".

Lydon, poi si è calato nel ruolo di dj e ha lanciato la sua top five. Si parte dai Bee Gees, col brano "New York Mining Disaster 1941. Perché questa scelta? "Tutti i loro singoli degli anni Sessanta erano incredibili, non c'era confronto con quello che avevo sentito prima. Niente suonava come loro". Il secondo pezzo è un classico della disco: "I Feel Love" di Donna Summer. "Lei è incredibile e questo pezzo l'ho amato dalla prima volta che l'ho ascoltato. Ero in una discoteca frequentata da lesbiche, con delle mie amiche, e appena è partito il pezzo il suono esplodeva dalle casse. Amavo veramente Donna Summer, mi manca molto".

 

Il terzo pezzo è un altro classico, stavolta di un insospettabile: Dean Martin, "That's Amore". "Si. Lui presentava come un ubriacone, ma per me faceva le cose perbene. Tutto con lui era sofisticato, la sua era una recitazione di prima classe, col suo umorismo secco e imperturbabile. Aveva senso del ritmo, era molto italiano ma con lo stile americano". Ti piacevano i film con Dean Martin? "Si, le commedie mi hanno sempre affascinato, mi hanno insegnato sulla vita molto più di qualsiasi altro intellettuale". Il quarto pezzo è l'essenza del dub: Augustus Pablo "King Tubby Meets Rockers Uptown". "Questo pezzo ha mostrato tutte le infinite capacità del dub, è uno dei punti più alti del reggae. Io sono cresciuto a Finsbury Park, una comunità con una mescolanza di culture. Il reggae fa parte della mia cultura!". L'ultimo pezzo scelto da Lydon è "Disappointend", dei suoi P.I.L. band con la quale sarà in tour in Italia ad Ottobre.

Cosa vedranno i fan nei live italiani? "Ascolteranno i brani del nuovo disco, certo, ma anche pezzi vecchi. Ci piacciono i live lunghi e intensi, ci piace sperimentare. I nostri live sono un'esperienza, un live senza religione, la cosa più vicina ad uno spettacolo d'opera". Ti piace l'Opera? "Si, quando sono stato a Roma per cinque mesi andavo spesso a vederli".

I fan dei Sex Pistols che speravano in una loro reunion rimarranno purtroppo delusi. "Non penso, ne ho parlato anche col batterista Paul Cook: abbiamo deciso che per restare buoni amici non dobbiamo restare in un gruppo", ha spiegato Lydon a Radio2 Popcorner. Ci sarà magari la possibilità anche di un solo un altro show come Sex Pistols? "Forse nemmeno quello. Ci teniamo molto più a restare amici più che a far parte di quella band". 

E' più difficile essere John Lydon o Johnny Rotten? "Penso sarebbe stato più difficile se fossi morto da giovane".  Prima di salutarlo Adinolfi ha chiesto al leader dei P.I.L.: hai qualche rimpianto nella tua vita? "Si, le conversazioni con mio padre e mia madre, quelle conversazioni rimaste a metà. Ora sono morti entrambi e io non gli ho potuto dire quanto li amassi. Questa cosa mi perseguita e loro mi mancano molto".