Jo Squillo critica il Festival ma elogia l’amica e collega Sabrina Salerno: “Lo guardo per lei. Peccato Amadeus non abbia pensato di aprirlo con Siamo Donne…”

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Elogi per Sabrina Salerno, critiche per Sanremo 2020. È una Jo Squillo senza filtri quella intervistata da Il Messaggero alla vigilia della seconda serata del Festival. Riconosce talento e meriti artistici all’amica di sempre, ma confessa di non amare la celebre kermesse canora. E poi il dispiacere di non essere stata neanche contatta da Amadeus, in questa edizione dedicata la mondo femminile. Resta a casa, Jo, proprio lei che scrisse Siamo Donne, presentato su quello stesso palco nel 1991 proprio con Sabrina.

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Sanremo 2020, Jo Squillo elogia Sabrina Salerno

Sabrina Salerno merita di affiancare Amadeus a Sanremo 2020 ma Jo Squillo non ama particolarmente il Festival: “Lo guardo per Sabrina, l’ho sentita per farle l’in bocca al lupo. È una grande, è molto conosciuta all’estero, la sua musica è amata. Ha resistito a tutto” dichiara a Il Messaggero.

Peccato che il direttore artistico della kermesse non abbia pensato di riunire Sabrina e Jo sull’Ariston per cantare insieme Siamo Donne, un inno femminista anni ’90 che risulta ancora moderno e attuale.

Mi meraviglio che Amadeus abbia iniziato il Festival senza ricordare quel brano o usarlo per raccontare la lotta per le donne. L’ho scritta 30 anni fa e da allora è considerata un inno alla femminilità. È ancora molto amata, l’ho subito pensata come una canzone femminista. Allora ero inca**ata perché non davano spazio alle donne e ci trattavano male. Non è cambiato nulla” aggiunge.

Il Festival è maschilista?

Non basta la presenza di tante co-conduttrici belle e brave come Sabrina Salerno a rendere Sanremo 2020 un evento totalmente paritario. E quando il giornalista le chiede se ritenga il Festival maschilista, Jo risponde: “Su alcune cose siamo anche tornati indietro. Sanremo è una bellissima vetrina, che però rispecchia anche il peggio della società”.

Per spiegare meglio il suo pensiero, aggiunge: “Sul palcoscenico sento usare linguaggi discutibili. Penso a Junior Cally, i cui testi sono indice di un’arretratezza culturale vergognosa”.

E a proposito della violenza sulle donne, cui è stato dedicato l’emozionante monologo di Rula Jebreal nella prima serata, Jo ricorda la sua canzone Violentami. Un titolo provocatorio, spiega: “L’ho scritta perché una ragazza fu violentata in metro, e per la gente era colpa sua perché aveva la minigonna. Se l’era cercata, dicevano. E allora ho detto violentami, se hai il coraggio”.