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Sanremo 2016, Dolcenera: 'Ora o mai più è come un figlio da proteggere per me'.

Si intitola Ora o mai più il brano che Dolcenera ha presentato a questa 66esima edizione del Festival e l'amarezza dell'artista nel vedere la sua canzone nella zona rossa è più che mai evidente nel corso della conferenza stampa che la cantautrice ha tenuto al Palafiori.

 

"Il rosso mi piace – esordisce Dolcenera – ma mi hanno dato la notizia lì al Dopofestival e ho fatto quel commento, 'Il mondo è capovolto'. Scherzi a parte, questa mia canzone è un figlio da proteggere, perché è un flusso creativo unico, il che non succede quasi mai, anzi i pezzi sono sempre costruiti. Il messaggio poi è bello. Questo sentimento così tenero e pulito lo vedo come qualcosa da proteggere e, quando mi hanno detto 'zona rossa', mi sono sentita una mamma che viene legata mentre le picchiano il figlio. Mi sto portando dietro questa sensazione, anche se tento di sdrammatizzare".

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La cantautrice non potrebbe essere più chiara e, in effetti, sembra veramente senza peli sulla lingua mentre parla di musica e del suo percorso artistico: "Credo nell'evoluzione personale – precisa a tal proposito – io sono fatta così, che devo dirvi? Da un cantautore pretendo che ci sia un'evoluzione nel suo percorso, che mi racconti storie che rispecchino la sua età".

"Vivo delle fasi – aggiunge – e ora nel repackaging de Le stelle non tremano ci saranno altri sei pezzi che amalgamano il discorso e rendono l'album più omogeneo. Se devo andare nel dettaglio, il blues per me c'è sempre stato, ma non l'ho mai messo in evidenza come in Ora o mai più. Io la maschero, non volontariamente, è che mi piace fare contaminazione".

A proposito, infine, della cover di Amore Disperato, Dolcenera spiega: "Conti mi ha detto 'Manu, ascolta, ci sono artisti che mi stanno proponendo cover un po' lente, mi fai il piacere tu di portare qualcosa di un po' più up?'. E mi suggerisce Nada. Io ho risposto allegramente, ma ho storto il muso, non perché non mi piacesse la canzone, ma perché dentro di me pensavo che fosse un pezzo punk e, come stile, il punk non si avvicina molto a me, soprattutto in un'epoca che si distacca dal punk per la parte ritmica. Ho risposto 'Va bene Carlo, ci provo'. Io comunque da sempre, quando faccio una cover, devo rimetterci le mani e dare al brano un altro flusso vitale. In questo delirio, Amore Disperato è diventato dance con contaminazioni dubstep. Forse è troppo avanti".