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Tutto è pronto per l’uscita del nuovo album di Eros Ramazzotti, a due anni di distanza da Noi, vincitore di 5 dischi di platino. Perfetto – questo il nome del disco – sarà infatti disponibile a partire dal 12 maggio e, anche se il nome potrebbe forse indurre l’ascoltatore a pensare a una sorta di autocelebrazione, Eros ci tiene a precisare che la sua intenzione non va fraintesa e che la ‘R’ al contrario nel titolo già esprime l’imperfezione della perfezione.

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“Contrasta un po’ il titolo – spiega infatti il cantautore in conferenza stampa – ‘Perfetto’, con una scritta non perfetta. È un perfetto imperfetto”.

“Niente è perfetto – ha poi aggiunto – è autoironia. ‘Perfetto’ è un modo di dire molto italiano che senti però in molte lingue. Lo capiscono tutti. Per questo l’ho scelto come titolo del disco”.

 

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14 tracce dunque perfette e imperfette nello stesso tempo, a partire dal primo singolo Alla fine del mondo, forse un pezzo non proprio nello stile di Eros, o almeno non quello che siamo abituati ad ascoltare: “È colpa di Guidetti (Claudio, ndr). – scherza il cantante in conferenza stampa, circondato proprio da Guidetti, da Federico Zampaglione e da Giovanni Bianconi – Ha fatto questo country. Io ho detto ‘Ma che cazz… però è bello!’, con un testo giusto scritto da Bianconi e Kaballà. Mi ci sono trovato molto bene. Io penso che una canzone la puoi vestire come vuoi, l’importante è quello che vuoi trasmettere. Se uno giudica il banjo o uno strumento acustico piuttosto che l’importanza del testo, secondo me non è sulla strada giusta. Però ognuno ha i suoi gusti. Tra l’altro, sono scelte che ho sempre fatto anche in passato. Cose della vita era un pezzo molto differente, lo stesso possiamo dire di Più bella cosa, Aurora, Fuoco nel fuoco. Io trovo che Alla fine del mondo sia un brano molto vicino a questo modo di fare. Il resto torna ad essere ramazzottiano, anche se più acustico e suonato”.

Di ‘nuovo’ – se così possiamo dire – oltre alla preferenza per la musica ‘suonata’, c’è anche la collaborazione con grandi autori della musica italiana, tra cui i già citati Zampaglione e Bianconi, ma anche Mogol e Pacifico: “A me piacciono le sfide – dichiara a questo proposito Eros – e fino agli ultimi dischi ho lavorato con un solo autore, Cogliati. Questa volta ho voluto sfidare la sorte, perché qualcuno pensava che mettere insieme più autori avrebbe snaturato un po’ il disco. Io invece ci credevo e ho iniziato a lavorare con Kaballà, che a sua volta lavora insieme a Francesco Bianconi, poi ho scoperto Federico che è fantastico. Mogol lo conoscete tutti, ha un valore storico per l’Italia. Sono molto orgoglioso di questo, lo è anche mio papà. Anche Pacifico l’ho conosciuto grazie a questo progetto ed è una gran persona. Devo dire che ho trovato in loro una libertà e una bellezza di scrittura di cui avevo bisogno alla mia tenera età”.

I fan di Eros saranno poi delusi nello scoprire che stavolta il cantante non ha ceduto a ‘duetti’: “Ho iniziato negli ani ’80 e sono stato uno dei primi a duettare. La prima volta con Patsy Kensit nell’85. – ricorda Eros – L’ho fatto per tanto tempo e mi piace farlo quando c’è una canzone che si presta e per cui ne vale la pena. In questo disco, siamo partiti con l’intento di fare delle belle canzoni e non abbiamo assolutamente pensato a un duetto. E poi parlando con Zampaglione mi ha detto una cosa molto importante, lui voleva che fossi io il protagonista del disco e non entrare positivamente in contrasto con un altro artista. Questa cosa mi ha aperto le orecchie”. Zampaglione conferma e Eros a quel punto gli rivela che ha comunque intenzione di duettare con il frontman dei Tiromancino in Tra le luci del palco, brano scritto proprio a quattro mani dai due cantautori e non presente nella tracklist definitiva del disco.

Tra un commento sui talent, da cui Eros si ‘distacca’, sostenendo di non essere un giudice adatto (“Se non posso essere me stesso dico no, non sono proprio capace a fingere”) e un complimento al proprio papà, presente in conferenza e che Ramazzotti definisce il suo “eroe”, il cantante discorre non solo del suo album, ma anche di musica in generale, mostrando ‘comprensione’ nei confronti della discografia di oggi, che si è dovuta adattare alla fruizione di internet da parte degli utenti. Un pensiero Eros lo dedica poi ai propri figli, anche perché nel disco sono presenti ben due brani che trattano il tema della ‘genitorialità’, Tra vent’anni, scritta da Pacifico, e Rosa nata ieri.