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Arriva in radio il 29 luglio il nuovo singolo dei Dear Jack, Guerra Personale, un brano ‘particolare’, dal testo importante e dalle sonorità decisamente poco estive, che mette però in luce le capacità del cantante Leiner e la volontà della band di mettere tutto sul piatto, con qualche rischio ma senza rimorsi. Ecco cosa ci hanno raccontato i Dear Jack sul singolo e sulla loro estate, piena di live.

Ciao ragazzi, come state? Avete rilasciato da poco il nuovo singolo, Guerra personale, un po’ in controtendenza, nel senso che non è la classica canzone orecchiabile estiva…
Riccardo: L’abbiamo fatto apposta!

Devo dirti allora che mi siete piaciuti!
Riccardo: Grazie, ne siamo felici. Abbiamo voluto valorizzare a nostro avviso uno dei brani con il contenuto più ricco del nostro disco, sia a livello di testo che a livello melodico. Lo abbiamo fatto uscire anche in un periodo storico per noi importante, quindi non avevamo voglia di far uscire un pezzo che potesse mischiarsi con qualcosa che già c’era nell’aria, e abbiamo fatto questa scelta. Noi siamo contenti comunque vada.

Ho anche l’impressione – dimmi se sbaglio – che sia un brano che mette in luce determinate caratteristiche di Leiner…
Riccardo: Assolutamente! Quando ci è stato dato, il brano non era proprio così, lo abbiamo lavorato per incastrarlo bene con le qualità anche tecniche di Leiner. Infatti si sente che la base musicale sotto è molto R&B e contiene molti richiami alla musica statunitense. Sono melodie su cui Leiner riesce a muoversi benissimo e secondo noi è uno dei pezzi su cui lui si esprime meglio in questo album. Anche questa è una delle motivazioni per cui lo abbiamo scelto come singolo.

Eravate tutti d’accordo su questa scelta ‘controcorrente’ di lanciare Guerra Personale come singolo?
Riccardo: Devo dirti la verità: in realtà sì. Siamo sempre attenti a quello che succede intorno a noi, ci siamo anche stufati di quello che succede intorno a noi. Ci siamo detti: ‘Ora o mai più. Proviamoci. Vediamo se con un testo più ricco e maturo riusciamo a cambiare veramente qualcosa in chi ci ascolta e a trasmettere un messaggio diverso’. Non migliore o peggiore, semplicemente diverso in questo momento dei Dear Jack.

Come definiresti questo ‘momento dei Dear Jack‘?
Riccardo: Come dice la canzone ‘Non c’è mai nulla di certo, non c’è mai nullo di sicuro’. È sempre tutto in evoluzione, in continuo cambiamento.

Parliamo del video, ha dei colori bellissimi, ma devo dire che neanche nel video siete riusciti ad essere un po’ ‘estivi’…
Lorenzo: Non ci dimentichiamo che due anni fa siamo usciti con un brano d’estate dal titolo La pioggia è uno stato d’animo. Se i nostri fan ci conoscono, questa cosa la devono mettere in conto (ride, ndr). No, in realtà abbiamo avuto qualche dubbio e infatti inizialmente il nostro singolo estivo non doveva essere Guerra personale. Poi, come ti diceva Riccardo, abbiamo invece deciso di andare controcorrente, non per il gusto di farlo, ma per proporre qualcosa in cui crediamo di più.

E l’idea del video da dove è venuta fuori?
Lorenzo: A noi piace molto il video, siamo molto contenti. La situazione poi era molto spontanea. Abbiamo lavorato tanto con Gaetano Morbioli e non avevamo in programma di lavorare di nuovo con lui. Abbiamo infatti sperimentato altre situazioni, ma per il gusto proprio di confrontarci con altre realtà, anche se il modo di lavorare di Gaetano ci è sempre piaciuto. Eravamo a Verona e ci siamo visti con lui per fare due chiacchiere e alla fine siamo finiti a discutere del pezzo, che a lui è piaciuto tantissimo. Ci siamo contaminati e ispirati a vicenda parlandone e il risultato è stato proprio il video che ora tutti potete vedere. Lui ci ha guidato molto bene e siamo molto soddisfatti.

Ci sono anche alcune scene con i fan…
Lorenzo: 
Abbiamo provato ad inserire qualcosa che dal punto di vista estetico fosse innanzitutto mozzafiato e nello stesso tempo ricco di contenuti, che potesse creare una metafora legata al testo, ma sfruttando le immagini. Crediamo di esserci riusciti e siamo anche felici di aver messo immagini dei nostri fan, che speriamo siano stati contenti.

Per curiosità, ma dove vi trovavate nelle scene in cui suonate in montagna?
Lorenzo: Eravamo nei pressi del Lago di Garda, sul Monte Baldo. Ci siamo divertiti perché abbiamo dovuto caricare tutti gli strumenti sulla funivia. Ci siamo fatti riconoscere anche in quell’occasione.

So che state suonando tantissimo, tra l’altro in diverse location, dai Festival a San Siro con i Modà. Come sta andando?
Lorenzo: Noi sapevamo già che questa per noi sarebbe stata una stagione ricca di live, cosa che ci rende felici perché abbiamo tanta voglia di stare sul palco. Per noi, come per tutti coloro che fanno musica, suonare dal vivo è fondamentale. Per noi che siamo una band, essere insieme sul palco è la massima soddisfazione. Oggi stiamo suonando in posti diversi da quelli dello scorso anno o di due anni fa, pensiamo però che siano delle location stimolanti, perché le sfide sono più grandi. Siamo sempre fieri del nostro pubblico quando suoniamo nelle piazze, ma ci sono anche persone che vengono a sentirci per curiosità e in quel caso sei costretto a far vedere qualcosa in più di te. Chi paga il biglietto per venirti a vedere all’Alcatraz o al Forum già conosce molto di te, ma nello stesso tempo c’è anche chi deve ancora decidere cosa pensare di noi. Dobbiamo quindi gestire un po’ lo spettacolo. In realtà sembra pesante, ma ci divertiamo molto, non facciamo questi ragionamenti quando siamo sul palco. 

Vi piace molto il contesto del live, mi sembra di capire…
Lorenzo: Tantissimo, anche se è un contesto diverso da quello che conoscevamo prima.

Noi ci eravamo incontrati a Sanremo, che per voi ha rappresentato un momento particolarmente delicato. A distanza di mesi e di numerosissimi live, vi sentite più uniti come band? 
Lorenzo: Noi siamo molto uniti. Il rapporto con Leiner è stato chiaramente una novità per noi, ha creato dinamiche diverse all’interno del gruppo, nuove sfumature e, in fin dei conti, ci ha arricchito. Abbiamo approfondito questo aspetto e stiamo continuando ad approfondirlo. Si tratta però anche di processi lunghi: noi viviamo in modo semplice e nell’immediato in realtà non facciamo queste riflessioni. Potrei parlarti approfonditamente di due anni fa, ma questo periodo per noi è in divenire. Ce lo stiamo vivendo con semplicità, anche perché di fatto la nostra vita – per quanto ricca di soddisfazioni – ha le sue difficoltà. Anche i periodi difficili completano però un po’ tutto il quadro, è giusto che sia così e per noi sono quasi fonte di ispirazione. 

La sintonia del gruppo quindi è migliorata in questi mesi…
Lorenzo: Sì, a Sanremo ci eravamo imposti l’obiettivo di far sentire Leiner forte, noi saremmo dovuti essere più forti di lui. La settimana del Festival per noi è stata bellissima, nonostante l’ansia e la pressione che può arrivare da ogni parte. Abbiamo fatto meno attenzione a queste cose e ci siamo goduti la settimana. Ci siamo divertiti ed è stato diverso dal primo Sanremo che abbiamo fatto.

Mi avevate detto a Sanremo che avete un nuovo studio in cui lavorare. Lo state sfruttando per lavorare a nuove cose?
Lorenzo: Sì. Diciamo che ci alterniamo: può capitare che siamo tutti e 5 per 10 ore al giorno tutti i giorni in studio o che siamo solo 2 o 3, c’è chi viene e chi torna… Perché ora stiamo tantissimo in giro per suonare, per cui non sempre riusciamo ad essere insieme. Però c’è chi porta un pezzo nuovo, lo lavoriamo, ragioniamo su una strofa o su un ritornello alternandoci. Devo dirti che è molto bello lavorare così!

Raccontata così infatti non sembra male!
Lorenzo: Per niente! Ultimamente io, Riccardo e Alessandro siamo stati molto in studio insieme. Stiamo facendo migliaia di chilometri comunque! Crediamo però che il nostro lavoro sia il più bello del mondo (ride, ndr).

Ma un po’ in vacanza ci andrete?
Lorenzo: Chissà! Ci eravamo portati avanti a giugno, ci siamo goduti 4 giorni al mare. Siamo felici però perché il 18 agosto suoneremo finalmente in Sardegna, dove vogliamo andare da tantissimo tempo. È un posto che abbiamo trascurato un po’, con sommo dispiacere da parte nostra. Incastreremo qualche giorno anche lì.