Daughter, la recensione del live a Villa Ada

A giudicare dalle tante persone presenti non sembrerebbe di trovarsi a Roma in un splendida serata d’agosto. Evidentemente il fascino dei Daughter, giovane trio indie rock britannico già universalmente apprezzato, deve aver avuto la sua parte nella scelta di un pubblico attento e pronto ad immergersi totalmente nel fascinoso universo sonoro della band londinese. Ma, e questa è la sorpresa, accorso in gran numero anche per assistere al live dell’emergente cantautore romano Marco Zitelli con il suo progetto elettro-acustico sperimentale WrongOnYou!.

Un successo nato soprattutto attraverso l’ascolto di brani, come l’ormai famoso Killer, promossi da radio locali (in particolare, Radio Rock). In attesa di concrete testimonianze discografiche l’artista ha proposto un breve, ma intenso, set nel quale ha fatto intendere le grandi potenzialità che già hanno convinto gli appassionati (fra queste, una vocalità intensa e molto personale).

Un’ottima introduzione al live molto atteso dei Daughter, reduci dalle acclamate partecipazioni a festival importanti come il Primavera Sound di Barcellona e il Lollapalooza Festival, Grant Park di Chicago. Manifestazioni di grande prestigio per una formazione in continua ascesa (formatasi appena nel 2010), capitanata da un personaggio di grande spessore come la cantautrice e chitarrista Elena Tonra di origini irlandesi ed italiane.

I Daughter intimi e melanconici, soprattutto nel loro lavoro d’esordio If You Leave del 2013, sul palco si dimostrano capaci di rendere più aggressivo il loro sound (senza, per questo, snaturarlo) attraverso le soluzioni chitarristiche di un immenso Igor Haefeli (strumentista nato in svizzera) ottimamente coadiuvato dal drumming preciso del francese Remi Aguilella e dalle rifiniture strumentali di un quarto membro live. Le influenze sonore vanno dal dream pop alla musica d’ambiente, in un contesto alt-rock/new wave che rende la band, per certi versi, vicina a seminali formazioni come i Cocteau Twins o i Cranberries. D’altronde anche le origini folk britanniche hanno il loro peso e poi la vocalità della Tonra (assolutamente valida e convincente) ricorda vagamente quella della leader dei Cranberries Dolores O’Riordan, con la quale la cantante dei Daughter condivide anche un’evidente timidezza.

Passano così in rassegna buona parte dei brani racchiusi nei loro due primi album (l’altro è il recente Not to Disappear) che trattano temi personali legati spesso a momenti e stati d’animo non certo felici, in un contesto musicale di grande pathos. Fra questi, la splendida How (con la quale aprono il concerto romano), l’incalzante No Care o l’atmosferica ed intensa Doing the Right Thing, primo singolo e video estratto dal loro ultimo lavoro. Un live, dunque, davvero splendido, nel quale i Daughter hanno dimostrato di aver raggiunto una maturità difficilmente riscontrabile in formazioni nate da così pochi anni, anche a livello internazionale.