Il rock indie italiano vive e continua a prosperare anche in angoli del Bel Paese che non t’aspetti.

The Bastard Sons of Dioniso non sono certo una novità, visto che sono in pista fin dal 2003, ma rappresentano una delle poche realtà emerse dal non certo ampio panorama musicale della propria regione: il Trentino Alto Adige. Proprio in questi giorni esce il loro nuovo ed ottimo album, intitolato “Cambogia” (Fiabamusic/Believe), che torna ad accendere i riflettori su questa valida rock band. Una formazione nata come power trio, appunto, nel 2003, grazie all’unione di Jacopo Broseghini (voce, basso, moog), Michele Vicentini (voce, chitarre) e Federico Sassudelli (voce, batteria, tromba) che già si conoscono, ma suonano ciascuno in un gruppo diverso. Dopo diverse esperienze live ed album autoprodotti partecipano, nel 2009 ad X-Factor, dove arrivano secondi e firmano un contratto con la Sony Music.

La loro musica prende spunto dal rock degli anni ’70, con venature hard di matrice zeppeliana e vocalizzi a tre voci che strizzano l’occhio ai Beatles ma anche a Crosby Stills Nash & Young, una formula non troppo sfruttata in Italia che trova notevoli consensi. Dopo diverse ed apprezzate esperienze live e discografiche (sei gli album incisi prima di “Cambogia) ed un ritorno alla dimensione indie, i tre musicisti trentini appaiono ancora in grado di centrare l’obiettivo con le loro nuove composizioni e questo  lavoro, appena uscito, lo dimostra pienamente. Testi in italiano perfettamente inseriti in una struttura rock che, nel caso di “Cambogia”, percorre quasi  (se escludiamo rare ballate, come la beatlesiana ed acustica “Venti Tornanti” ) l’intero lavoro.  Il titolo dell’album è poi  una metafora per descrivere la guerra che ognuno conduce verso se stesso. Quella che, se uno vince, segna l’esistenza.

Ma “Cambogia” è anche il nome con cui Gianluca Vaccaro, tecnico del suono e produttore di molta della bella musica italiana (comprese diverse realizzazioni degli stessi Bastard Sons of Dioniso), da poco scomparso, distingueva gli artisti più confusionari o i prodotti musicali più esplosivi e disordinati. Per questo “Cambogia” è contemporaneamente il titolo del disco ed un saluto ad un caro amico. In una parola, una dedica che ben riassume il senso del progetto musicale. Il disco contiene, infatti, nove brani fatti di vie assolate, strade innevate, geolocalizzazioni, mari di montagna, catene e vincoli da social e trasmette anche il frutto del sudore speso sui palchi, l’energia e l’adrenalina accumulate in anni di live.

Se la realtà è complessa, il messaggio dei Bastard in queste canzoni è chiaro: alla fine, a salvarci, saranno i poeti e il rock’n’roll. Un’affermazione che sicuramente sarà valida anche per descrivere l’atmosfera dei prossimi live, dopo aver suonato anche a Roma il 2 dicembre, che porteranno The Bastard Sons of Dioniso in giro per l’Italia per far conoscere ai tanti loro fans le nuove, bellissime composizioni raccolte in “Cambogia”.

Articolo di Tonino Merolli

 

Le Prossime date del tour:

08.12.17 ROVERETO – Piazza del Mart

09.12.17 CESENA – Vidia Club

13.12.17 BOLOGNA – Freakout Club

16.12.17 FIRENZE – Viper Theatre

20.12.17 TORINO – BLAH BLAH

22.12.17 SEREGNO (MB) – HonkyTonky

23.12.17 GREZZANA (VR) – Bar The Brothers

28.12.17 CASTIGLION FIORENTINO (AR) – Velvet Underground

29.12.17 ATELLA (PZ) – Civico 130

30.12.17 RUVO DI PUGLIA (BA) – Caffè

04.01.18 BELLINZONA (SVI) – Woodstock Music Pub

05.01.18 VARESE – Cantine Coopuf

06.01.18 MODENA – OFF Modena