Chi è Alan Walker? Dai tutorial di YouTube al successo di Faded: 'Per ora amo l'anonimato, ma prima o poi mi rivelo'

In occasione dei Wind Music Awards, il norvegese Alan Walker si esibirà per la prima volta in Italia, dove la sua Faded ha letteralmente spopolato, aggiudicandosi il triplo platino.

Eppure Alan, che per ora nasconde il volto dietro un cappuccio che lo tiene lontano dalla notorietà e nello stesso tempo accresce il mistero sulla sua persona, ha solo 19 anni e una passione per la musica nata quasi per caso e sviluppatasi grazie a YouTube.

“Ho iniziato a fare musica 4 anni fa – ci racconta durante un incontro in Sony, alla vigilia della sua apparizione sul palco dei WMA –  e soprattutto negli ultimi mesi ho avuto questo successo clamoroso grazie a Faded. Faded è in realtà un brano nato due anni fa, si chiamava Fade e fu rilasciato dall’etichetta NoCopyrightSounds, una label molto attiva su internet. Mi sono ispirato a due tracce che ho ascoltato su YouTube. Fondamentalmente, ho preso lo stile delle melodie e ho provato a combinare tutto, rallentandone anche il tempo. Più tardi, quando nel 2015 ho firmato con la Sony, abbiamo deciso di rimasterizzare Fade e trasformarla in Faded”.

Se vi state chiedendo quanto background musicale debba avere questo ‘ragazzo prodigio’ per produrre subito una hit da 345 milioni di visualizzazioni su YouTube, sappiate però che Alan è proprio figlio del suo tempo, un self-made boy incuriosito dalla produzione musicale che, da autodidatta, ha scalato le classifiche mondiali.

“Il mio background musicale è inesistente. – ci spiega infatti con sincerità – Abbiamo un pianoforte a casa, ma lo suona solo mia mamma. La musica per me era un hobby e solo negli ultimi anni è diventata qualcosa che mi impegna a tempo pieno. Non ho mai studiato teoria musicale comunque, ho solo guardato moltissimi tutorial su YouTube”.

La spinta ad iniziare a produrre musica è nata in realtà ascoltando techno music e hit da club: “Ho iniziato a chiedermi come venisse effettivamente realizzata questa produzione musicale – continua Alan – e così ho iniziato a incuriosirmi. Adesso sto provando a imparare a suonare il piano, ovviamente guardando i tutorial di YouTube (ride, ndr). Del resto, sono gratis! Se penso a tutto il successo che ho ora, credo che ottenere un tale riconoscimento sia il sogno di ogni produttore musicale che ha iniziato nella propria cameretta. Un po’ me lo sto godendo e un po’ mi sto semplicemente lasciando trascinare dagli eventi”.

Un po’ troppo forse per un adolescente che non a caso ha deciso per ora di avvolgere la propria figura nel mistero, facendo circolare il proprio logo (essendo graphic designer Alan lo ha disegnato personalmente) e nascondendo la propria immagine.

“Non uso il cappuccio per far concentrare la gente sulla mia musica. Più che altro, è per far incuriosire il pubblico, che arriva a pensare ‘Chi è veramente Alan Walker?’ e forse viene spinto a fare qualche ricerca in più su di me. Inoltre, apprezzo il fatto di non venire fermato per strada dalle persone, di questi tempi è una cosa rara. Ho parlato con altri artisti e mi hanno detto di godermela finché posso e in effetti penso che sia una buona cosa ora come ora. Penso che molto probabilmente comunque in futuro calerò la maschera”.

Per ora nel futuro di Alan c’è solo tanta musica: dopo Faded, è infatti la volta di Sing Me To Sleep, un nuovo singolo che vede tornare nel ruolo di vocalist la norvegese Iselin Solheim, con cui Walker sembra aver trovato un perfetto equilibrio artistico (anche se ammette che non gli dispiacerebbe lavorare anche con Zara Larsson).

“Abbiamo scelto Sing Me To Sleep perché abbiamo pensato che fosse il candidato migliore accanto a Faded, c’è una connessione tra i due brani, lo stile è più o meno lo stesso, anche se le due canzoni sono molto diverse. Ovviamente usciranno altri singoli, anche se per ora sono concentrato sul tour in Europa nel 2016. Non stiamo però progettando nessun album”.

Il palco che subito lo attende è tuttavia quello di Verona per i Wind Music Awards: "Ho visto una foto dell’Arena di Verona e ho pensato ‘Oddio, somiglia al Colosseo’. – commenta – È bellissimo, ho visto altre immagini di quando l’Arena è piena di gente ed è una cosa incredibile. Non vedo l’ora di vederla dal vivo e di sentire l’entusiasmo e la reazione del pubblico italiano".