La nostra intervista ad Andrea Mingardi, che ci parla dell’album Ho visto cose che… e senza mezzi termini fa un bilancio della situazione musicale attuale in Italia.

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Il 18 maggio è uscito Ho visto cose che…, il nuovo album di inediti del cantautore Andrea Mingardi: 13 tracce con cui il cantautore bolognese regala al pubblico una miscela di soul, rock, funky, blues e anche un po’ di rap, grazie al featuring con Frankie Hi-Nrg Mc nel brano Anima soul. Un secondo featuring è presente nel brano Riaprono i locali, caratterizzato da un solo del sassofonista Stefano Di Battista, che arricchisce l’emozionante rewind evocato dalla canzone.

Un album che non le manda certo a dire e che regala ai fan i primi inediti rilasciati da Mingardi dopo anni in cui il cantautore si è dedicato ad altri progetti. La necessità, tuttavia, di dire la propria su alcune questioni decisamente attualissime ha avuto la meglio.

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“Parlo di rivoluzione – rivela infatti Andrea ai nostri microfoni – perché penso che ci sia bisogno di qualcosa che dia una bella sberla in faccia alla gente per farla svegliare. Le persone hanno perso la voglia di entrare nelle questioni, hanno perso il libero arbitrio. Accettano tutto, forse per colpa di una generale perdita della fede e della speranza. La speranza del cambiamento, intendo. Nessuno crede che possa cambiare qualcosa, quindi si accetta tutto. Ci hanno fottuto con la bella parola. Questo disco che non ha la pretesa di essere manifesto di un movimento, è solo il parere di un cantante di blues, ma è venuto fuori da solo”.

Occhio però a parlare di nostalgia: “Chi parla di nostalgia sbaglia. – chiarisce infatti Mingardi – Ho tanti punti di riferimento, ma se dico che uno di questi è Stevie Wonder la gente si stupisce. Eppure non è mica morto! Solo perché ha più di 50 anni non posso dirlo perché altrimenti sono legato al passato? Stiamo parlando di Stevie Wonder, canta meglio degli altri. Ho solo avuto l’occasione di poter dire quello che penso”.

“Questo ipotetico progresso – conclude il cantautore – mi pare che non stia facendo felice nessuno. La gente non è felice e, se lo è, è brutto che lo sia a discapito di tutti gli altri. Forse è uno specchio dei tempi. Ho tentato di rappresentare questo concetto in questi brani inediti, anche con un po’ di ironia. Non vorrei che la gente pensi che mi prendo troppo sul serio, altrimenti alla prima che fai ti tagliano le gambe. Sono orgoglioso di aver fatto un disco pieno di energia e di atmosfere a volte dimenticate, ora lo portiamo in giro come se fosse un amico”.

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