L’11 gennaio del 1999 moriva Fabrizio De Andrè. La Sony ricorda il cantautore con un cofanetto.

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19 anni senza Fabrizio De Andrè, in parte ‘riempiti’ dall’operazione di recupero che la Sony, aiutata da Dori Ghezzi, sta attuando proprio in questi giorni.

Un cofanetto, dal titolo Tu che m’ascolti insegnami, e un film, Il Principe Libero, sono infatti notizie recentissime e appartengono alla medesima iniziativa dell’etichetta discografica di ricordare uno dei cantautori più prolifici e più significativi della nostra musica, scomparso l’11 gennaio del 1999 a Milano.

Faber, in 40 anni di attività, ha inciso 13 album in studio e ci ha regalato alcuni dei testi più belli della nostra discografia, ricchi di significato, di immagini reali e vivide, di storie di emarginazione e di vite al limite, sempre narrate con l’occhio del poeta, capace di vedere il brutto e il bello in ogni fotografia, in ogni sfumatura della realtà. Non è un caso che Fabrizio abbia lasciato dietro di sé una serie di riconoscimenti illustri, come il record del maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco o l’appartenenza, divenuta poi quasi ‘regime’, alla cosiddetta Scuola genevose, che ancora regala musica e colori.

“ …pensavo: è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra” cantava tuttavia Faber sulla sua arte, mai considerata un “lavoro”, ma una missione, da portare avanti con coerenza e ispirazione.

Fabrizio De Andrè canta la trap