Una storia personale che appartiene a tutti: Simone Cristicchi porta all’Ariston ‘Quando sarai piccola’ e pubblica un’edizione speciale dell’album ‘Dalle tenebre alla luce’. Le dichiarazioni.

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Simone Cristicchi torna sul palco del Festival di Sanremo nell’edizione 2025 e riannoda i fili proprio là dove li aveva già tessuti. Usando i fili dell’emozione più personale, intima, umana. E lo fa con un brano – Quando sarai piccola – scritto insieme a Nicola Brunialti su musica composta con Amara e arrangiata da Francesco Musacco. Una canzone profondamente intensa perché il legame ancestrale tra madre e figlio, nel momento in cui le generazioni si scambiano i ruoli accudenti.

 “Questa canzone è vita vera. È vita vissuta ogni giorno, ed è per questo che probabilmente mi sentirò nudo su quel palco. Racconto qualcosa che mi è successo e che mi succede quotidianamente”, esordisce il cantautore introducendo attraverso il brano sanremese anche il progetto ‘Dalle tenebre alla luce’. “Fin dal momento in cui è stato rivelato solo il titolo ho ricevuto migliaia di email e messaggi da persone che si sono sentite toccate da questo argomento. Questo mi ha fatto capire quanto fosse importante condividere questa storia”.

Simone Cristicchi
Foto di Giorgio Amendola da Ufficio Stampa

Dalla vita al palco con Quando sarai piccola

Dopo aver letto il racconto autobiografico che ha ispirato il brano (tratto dal Happy Next – La ricerca della felicità, La nave di Teseo), Cristicchi prosegue con la descrizione della traccia. “Quando sarai piccola è rimasta ferma lì, in attesa, per cinque anni. L’abbiamo scritta durante la prima quarantena, ma tutti mi hanno sconsigliato di inserirla nell’album. Non perché le altre canzoni fossero meno importanti – anzi, è un album bellissimo, che va dalle tenebre alla luce – ma perché questo brano aveva una potenza particolare. Così, abbiamo deciso di aspettare il momento giusto per farlo ascoltare, e quel momento è arrivato grazie a Carlo Conti, che l’ha voluta e ne ha colto il valore profondo”.

“Qui non si tratta solo di portare a Sanremo una bella canzone. Qui si parla di vita vera, autentica, concreta. Per questo, credo che Quando sarai piccola abbia anche una valenza terapeutica: spero possa aiutare a sensibilizzare su un tema universale. Sono sicuro che ognuno di noi, nella propria famiglia o in quella di un amico, ha vissuto quel momento in cui una persona, invecchiando, torna a essere fragile. Questo brano racconta proprio questo passaggio, ed è per questo che appartiene un po’ alla vita di tutti”.

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E ancora: “È un argomento poco trattato nella musica, quasi mai affrontato in una canzone. Per questo, sento la partecipazione a Sanremo come una missione bellissima. Al di là del risultato finale, sento di avere già ottenuto una vittoria – una vittoria spirituale: poter cantare questo brano davanti a milioni di persone e diffonderne il messaggio. Nella scrittura di questo brano, ho cercato di evitare la retorica, perché quando si affrontano argomenti così delicati, basta un attimo per scadere nel patetico. Sono temi da trattare con i guanti di velluto. Ma ci tengo a dire una cosa: io e Amara non abbiamo scritto questa canzone pensando a Sanremo. È stata una delle tante canzoni composte per questo album. Tuttavia, ascoltandola e facendola ascoltare ai nostri amici e conoscenti, abbiamo capito che aveva una forza emotiva potentissima”.

Quindi, sottolinea: “Non è stata una canzone facile da scrivere, ci è voluto molto tempo per cesellare ogni verso. Inizialmente, ci siamo concentrati sul senso di tenerezza: il prendersi cura, il vedere una madre anziana che ritorna bambina. Poi, parlando con altre persone e riflettendo più a fondo, abbiamo sentito la necessità di inserire anche un altro aspetto: l’impotenza di fronte a questa trasformazione della vita. C’è un verso, per me fondamentale, che si trova nello special della canzone: C’è quella rabbia di vederti cambiare. È una rabbia che conosco bene, perché spesso mi capita di provare frustrazione per ciò che è successo, per la fatica di accettarlo”.

“Se la costante dell’universo è la trasformazione, allora tutto ciò che cambia dovrebbe essere accettato come parte naturale della nostra esistenza. Ma accettarlo davvero non è mai un’impresa facile”. E come nasce l’ispirazione, quella scintilla che trasforma l’ordinario in poesia? “L’ispirazione è qualcosa di misterioso, quasi magico”, riflette l’artista. “Può arrivare in qualsiasi momento: mentre sei sovrappensiero nel traffico, o mentre respiri l’odore di un bosco. È un mistero che riguarda l’essenza stessa di un artista, e proprio per questo è meraviglioso”.

Cura e attenzione, dunque, sono il cuore di Quando sarai piccola come “qualcosa di inevitabile per chi ha la fortuna di vivere l’invecchiamento di un genitore. E dico fortuna, perché non tutti hanno questa possibilità. Nel mio spettacolo sulla felicità, inizio proprio con la parola attenzione di cui ho voluto approfondirne il significato. Così sono andato a controllare sul dizionario della lingua italiana. Alla voce attenzione ho trovato Volgere l’animo a qualcosa. Sono rimasto sbalordito”.

“Pensavo – continua Cristicchi – che essere attenti significasse semplicemente concentrarsi, essere nel qui e ora, come dicono i monaci Zen, prestare orecchio. E invece, significa volgere l’anima. Significa che tutto ciò che siamo, tutto ciò che è dentro di noi, si proietta verso qualcosa al di fuori di noi. Ed è proprio in quello stato di attenzione che usciamo da noi stessi. È un’evasione dal nostro ego, dalla prigione che ci siamo costruiti. E, uscendo fuori da noi, accade qualcosa di straordinario: ci accorgiamo che esistono anche gli altri. Quel mondo che magari non avevamo nemmeno notato. Esiste questo pianeta meraviglioso che ci ospita, di cui dovremmo prenderci cura per chi verrà dopo di noi. Esistono i più piccoli, e il nostro compito è proteggerli”.

La cover e l’omaggio a Battiato

Nella serata delle cover Simone Cristicchi duetterà con Amara sulle note de La cura, uno dei brani più amati di Franco Battiato a cui l’artista ha dedicato anche uno spettacolo a teatro. “Il Concerto Mistico per Battiato è ormai al suo quarto anno consecutivo. Pensavamo che si esaurisse in poche date, invece è stato un successo incredibile: abbiamo raccolto decine di migliaia di spettatori in tutta Italia. A marzo riprenderemo il tour dal Teatro Brancaccio di Roma”, annuncia.

“L’idea è nata in occasione dell’omaggio a Battiato all’Arena di Verona, a cui hanno partecipato tantissimi artisti italiani. In quell’evento ho eseguito Lode all’Inviolato, un brano che amo particolarmente. Si avvicinò a me Franz Cattini, il suo storico manager, e insieme abbiamo pensato di rendere omaggio alla dimensione spirituale e mistica del repertorio di Franco. Non si tratta di un tributo alla sua intera produzione musicale, ma di una selezione di brani che esprimono al meglio la sua profondità interiore. Canzoni meravigliose come Le sacre sinfonie del tempo, La cura, Ti vengo a cercare, Oceano di silenzio, Stage door e Gli uccelli.

Così è nato Torneremo ancora, titolo della sua ultima canzone. Insieme ad Amara abbiamo creato questo spettacolo con grande rispetto, come se non fossimo noi i protagonisti. Infatti, se verrete a vederlo, noterete che al centro del palco non ci siamo né io né lei, ma c’è Franco, nella sua essenza. Solo una candela”. Non poteva, dunque, essere altro che un capolavoro di Battiato a essere portato sul palco nella serata dei duetti.

Certo è che Simone Cristicchi torna all’Ariston a oltre dieci anni dall’ultima volta, in un mondo musicale e discografico profondamente cambiato. “Non mi sento del tutto un pesce fuor d’acqua. Diciamo che come Brunori Sas e Lucio Corsi, che forse rappresenta la vera novità del nuovo cantautorato italiano, ci sentiamo un po’ in una sorta di riserva indiana dei cantautori a Sanremo. Negli ultimi anni, infatti, questa figura è stata meno considerata, ma noi portiamo avanti la bandiera di chi ci ha insegnato a scrivere canzoni”.

Un nuovo album dopo 11 anni

La partecipazione al Festival porta con sé anche un l’edizione speciale dell’ultimo album del cantautore in uscita il 14 febbraio in digitale, cd e vinile.  “Voglio raccontare un aneddoto legato a questo album. In realtà, era pronto già da anni: raccoglie canzoni che ho scritto per i miei spettacoli teatrali, che ormai sono una decina. L’ultimo, dedicato alla figura di San Francesco, si chiama Franciscus, il folle che parlava agli uccelli. Abbiamo già realizzato 60 repliche, tutte sold-out, e l’anno prossimo sarò al Teatro Strehler di Milano per una settimana di repliche. Sta avendo un grandissimo riscontro”.

Simone Cristicchi
Cover album da Ufficio Stampa

“Eppure – continua – queste canzoni erano rimaste lì, prodotte, arrangiate, quasi finite. Poi, ho avuto un grave incidente domestico. Stavo usando una motosega per tagliare alcuni rami e costruire uno steccato quando, all’improvviso, ho preso fuoco. Nel momento in cui mi sono ripreso dopo l’intervento, il mio primo pensiero è stato: pubblico l’album. Non so se in quel momento sono impazzito del tutto o se, al contrario, sono rinsavito. Ma sentivo di non voler più perdere tempo. Perché davvero, oggi ci siamo e domani chissà”.

“Ho voluto lasciare una firma di luce nell’oscurità, proprio come l’immagine scelta per la copertina dell’album. Forse ho aspettato troppo, me lo dicono in molti. Ma ora, grazie a Sanremo, potrò finalmente far ascoltare il lavoro di questi anni. Ho scelto una musicalità orchestrale e minimalista, con una presenza di elettronica quasi inesistente. È un album senza tempo: dentro c’è la mia visione dell’amore, della vita e anche della morte con una piccola perla in aggiunta, Quando sarai piccola, che darà ancora più valore a tutte le altre tracce”.

Immagini da Ufficio Stampa