In gara a Sanremo 2025 con il brano ‘Se t’innamori muori’, Noemi annuncia anche l’album ‘Nostalgia’ e un tour autunnale. Le dichiarazioni.

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Il 2025 sarà un anno pieno di impegni musicali per Noemi, che dall’11 al 15 febbraio sarà impegnata a Sanremo con il brano Se t’innamori muori. La traccia fa parte del settimo album in studio dell’artista, ‘Nostalgia’ (dal 28 febbraio), annunciato proprio a pochi giorni dalla partenza per la kermesse. Per presentare il nuovo progetto, Noemi tornerà poi nei teatri di tutta Italia e a dicembre si esibirà per la prima volta al Palazzo dello Sport di Roma. Insomma, si preannunciano mesi molto densi. Ma andiamo con ordine e partiamo proprio dal festival.

“Sanremo è un palco straordinario, carico di emozioni – racconta – e poter presentare una canzone, darle luce e farla arrivare a così tante persone è qualcosa di meraviglioso. Il titolo Se t’innamori muori mi affascina molto perché è coraggioso. Mi sembra quasi il titolo di un film di Quentin Tarantino, uno di quelli che catturano subito l’attenzione. In fondo, Se t’innamori muori non è una frase che si dice con leggerezza e racconta perfettamente l’atmosfera della canzone”.

Noemi 2025
Foto di Nicolò Parsenziani da Ufficio Stampa

A proposito della scrittura, quindi, spiega: “Il brano è stato scritto da tre autori straordinari: Alessandro Mahmoud, Blanco e Michelangelo. Un trio da brividi. Tre personalità incredibili che si sono connesse con me anche a livello vocale. La scrittura è molto moderna, ma allo stesso tempo vicina al mio modo di cantare infatti ci sono passaggi melodici che sento profondamente miei. E credo che questa sia una sensibilità che solo i grandi autori possiedono: saper creare qualcosa su misura per un artista”.

“Un aspetto fondamentale è stato anche il mio rapporto di amicizia con Alessandro. Spesso ci troviamo a parlare di vari argomenti e alcune cose presenti nel testo della canzone mi ricordano conversazioni che ho avuto con lui. Alessandro è una persona molto sensibile e non poteva non portare, in questo brano, anche un pezzo della mia vita e delle mie riflessioni”.

La forza e la fragilità dei sentimenti

Ma di cosa parla Se t’innamori muori? “Il titolo è forte, perché in molte dinamiche della vita le strategie lasciano il tempo che trovano. Quando abbiamo il coraggio di vivere profondamente i nostri sentimenti, di dare tutto e di abbandonarci tra le braccia di qualcuno, subentra la paura. La paura di ‘morire’, perché quando ci innamoriamo non dipende più tutto solo da noi. Eppure, questa fragilità ci dà la possibilità di capire chi siamo, di scommettere sugli altri, di vivere fino in fondo”, racconta ancora Noemi.

“Oggi, questa paura è molto diffusa – prosegue – soprattutto tra le generazioni più giovani. Viviamo in una società molto egocentrica e il pensiero di affidare il nostro cuore a qualcuno, di essere sinceri fino in fondo, spaventa. È come lanciarsi nel vuoto senza sapere se verremo presi al volo. Ma alla fine ne vale la pena, perché solo le grandi emozioni ci permettono di vivere davvero, di scoprire chi siamo e di restare fedeli alla nostra visione del mondo. Nel testo della canzone ci sono anche riferimenti alla genitorialità, un altro tema non semplice. Anche quella è una scommessa. Avere figli significa spostare l’attenzione dalla propria vita a quella di qualcun altro, significa fare un atto di fiducia totale nel futuro”.

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Tra gli altri passaggi del brano, Noemi cita Ti stringerei fino ad odiarti: “è una frase potente, perché parla del desiderio di condividere lo spazio con qualcuno, di abbracciarlo fino quasi a fonderci con lui. L’amore e i sentimenti autentici chiedono di essere vissuti pienamente, eppure restiamo bloccati, restiamo in una situazione senza andare via, per paura. Credo che sia potentissimo anche il concetto di rimanere per qualcun altro, di scegliere di esserci. Perché in fondo, se resto, significa qualcosa. Sono concetti e frasi che oggi sono difficili da dire e ancora più difficili da abbracciare come filosofia di vita”.

Il duetto con Tony Effe nella serata delle cover

Nella serata di venerdì 14 febbraio dedicata alle cover, Noemi ha scelto il brano Tutto il resto è noia di Franco Califano coinvolgendo il collega in gara Tony Effe. “Sono davvero contenta di fare questo duetto con Tony”, racconta dopo le tante polemiche degli ultimi mesi attorno al rapper. “Parlando con lui, ho percepito che la dimensione poetica è qualcosa che sente sempre più vicina. Le persone cambiano, crescono, si evolvono. Nascono in un ambiente, utilizzano un linguaggio, poi col tempo cambiano gusti, sensibilità, prospettive. Questo è il bello della vita. Anche per me è un’occasione di scoperta, un’immersione in un nuovo mondo”.

“Ho ascoltato il suo pezzo di Sanremo da lontano e penso che stia attraversando un momento di metamorfosi. Nella vita di un artista ci sono fasi di cambiamento, e credo che per Tony questa sia una di quelle. Avevo da tempo il desiderio di cantare un pezzo di Franco Califano, perché sono una sua grande fan; ha saputo raccontare la poesia della romanità in un modo unico. Condividerlo con Tony è ancora più significativo”.

Califano – aggiunge – rappresenta una sintesi perfetta tra di noi. Da una parte, c’è la profondità poetica dei suoi testi – ha scritto brani incredibili come La chiamano estate e Minuetto –, dall’altra, è stato un uomo di strada, proprio come Tony. Quello che mi piace di Tony, e che lo avvicina molto a Califano e anche a me, è la sua grande schiettezza. Lui ha vissuto e raccontato la vita, anche nei suoi aspetti meno piacevoli. Ma questo, in fondo, è anche il ruolo della musica: non solo intrattenere, ma testimoniare, far riflettere”.

“Qualcuno ha definito Tony un artista controverso, ma io credo che sia bellissimo confrontarsi con la parte più discussa della musica”, commenta ancora Noemi. “A me piace il dialogo, perché per comprendere certe dinamiche bisogna avvicinarsi a ciò che non si conosce, a ciò che ci mette in discussione. La musica ha anche questo compito: farci riflettere, aprirci a nuove prospettive. Come artista e come donna, ho sentito il dovere di fare questa scelta. Il suo brano si intitola Damme ‘na mano, e in fondo è una richiesta di aiuto, di comprensione, un passo avanti. Non avrei mai detto di no a qualcuno che chiede di essere capito. Ognuno ha il proprio percorso, il proprio cammino. Io scommetto su di lui”.

“Mi affascina anche il fatto che Tony venga ascoltato da tantissimi ragazzi, mi chiedo: perché la sua musica piace così tanto? Forse perché, quando si scrive una canzone, si scrive anche un po’ come se fosse una sceneggiatura di un film. Dovremmo leggere i testi con più leggerezza, senza fermarci alla superficie. Non è che possiamo rinchiudere Quentin Tarantino perché i suoi film sono violenti, no? Forse i ragazzi di oggi leggono i testi delle canzoni con più leggerezza di noi adulti, che a volte tendiamo a essere troppo pesanti nei giudizi. Io ho sempre ascoltato hip-hop e rap. Sono una fan di Fibra da sempre, dai tempi di Mister Simpatia. Anche Marracash è partito con Badabum Cha e poi ha vinto il Premio Tenco. Gli artisti cambiano. Vogliamo negare a qualcuno la possibilità di evolversi? Di abbracciare una nuova poesia?

“Tony oggi è un punto di riferimento per tantissime persone. Ha avuto il disco più venduto del 2024. Se un artista con questo seguito può avvicinare più persone alla poesia, perché non dovremmo cogliere questa occasione? Io ci sto. Come Veronica, come Noemi, come artista, mi sembrava giusto. E, da ultimo, ho apprezzato il fatto che Tony abbia grande rispetto per il palco di Sanremo. Ha studiato molto, si è preparato, e questa cosa mi ha colpito. In fondo, lui ha raccontato il mondo in cui è cresciuto. Ogni artista scrive quello che vede”.

Dal singolo all’album: la ‘Nostalgia’ per Noemi

Il brano sanremese anticipa l’album ‘Nostalgia’ di cui Noemi racconta l’anima profonda partendo dalla sua copertina. “La cover del singolo e quella dell’album sono molto diverse perché hanno due nature differenti. Il singolo è potente, forte, coraggioso, con un titolo d’impatto. Invece, per l’album ho scelto una copertina più morbida, in cui ci sono io con il mio cane. Il titolo è ‘Nostalgia’, che rappresenta il filo conduttore di tutto il racconto all’interno del disco. Le atmosfere sono più intime, più avvolgenti”.

Tra le penne con cui l’artista romana ha collaborato ci sono Giorgio Poi nel brano Notte inutile e Neffa, nella titletrack. “Ha scritto una frase che ho amato da subito: La nostalgia, se non è dentro di te, non esiste. Ed è verissimo. Noi coloriamo il mondo con il nostro sguardo. Se certe emozioni non le portiamo dentro di noi, non possiamo vederle fuori. È come un filtro di Instagram: ognuno di noi interpreta la realtà in base a ciò che ha dentro. Oggi, però, le emozioni fanno paura. La poesia è sempre più difficile da trovare, perché il mondo è aggressivo, veloce, impaziente”.

E cita un altro verso su cui riflette, c’è guerra fra le ali della fantasia e i ladri che ci rubano la poesia.Oggi la poesia è qualcosa di raro, perché viviamo in una società che ci spinge a essere razionali, calcolatori, strategici. Eppure, io credo profondamente nella poesia, nella nostalgia, nella possibilità di vivere la realtà con empatia. I ricordi, per me, sono come un maglione caldo che ci avvolge”.

Attenzione, però. “La nostalgia è diversa dalla malinconia: la malinconia è fredda, blu, ha il sapore del rimpianto, delle cose non fatte. La nostalgia, invece, è quel sentimento che ci fa sentire a casa, che ci riconnette con la nostra umanità. Oggi la tecnologia ha invaso tutto, persino l’arte. Mi hanno mandato dei provini fatti con l’intelligenza artificiale usando la mia voce, ma per fortuna non sono riusciti a riprodurre davvero l’anima che c’è dietro un’interpretazione. Questo disco e la canzone di Sanremo per me significano tantissimo”.

Foto di Nicolò Parsenziani da Ufficio Stampa