I primi brani in italiano, l’album ‘Malèssere’, la collaborazione con Agnelli e Vicio: la nostra intervista ai Mutonia.

Un nuovo singolo – Baby – che segue Tutta Fortuna, in attesa del primo album in italiano dei Mutonia (Malèssere) che la band sta già facendo ascoltare al pubblico dal palco. «Non vedevamo l’ora di tornare a suonare e cantare in lingua. – ci dice subito Matteo – Anche perché non lo facciamo da quando avevamo 16 anni. Fu la nostra prima esperienza e poi sono passati secoli. Finalmente ci siamo convinti a tornare a sperimentare con l’italiano. Manuel Agnelli è stato fondamentale nello spingerci verso quella strada». Il rocker non abbandona di fatto i Mutonia dalla loro reciproca conoscenza a X Factor. È stato Agnelli a registrare e produrre Baby (con Rodrigo D’Erasmo), mentre in Tutta Fortuna c’è lo zampino di Vicio (Luca Vicini dei Subsonica).

«Di solito – ci dice Matteo – quando scrivo i brani vengono fuori in modo molto naturale. È un processo molto fluido, ma qui la sfida più grande è stata iniziare a scrivere italiano. Questo passaggio è stato un po’ un trauma, però è durato veramente pochissimo. La musica poi è così: ti guida». Nel frattempo, i Mutonia stanno sfruttando il Malèssere Tour (partito da Roma) anche come banco di prova. «È sempre più difficile fare musica qui in Italia. – spiega il frontman – È un dolore piacevole che portiamo con noi. È veramente una strada difficilissima e l’esperienza dal vivo ci ha sicuramente aiutato nella scrittura. Ma stiamo anche testando i brani, perché suoniamo il disco per intero. E suona veramente da paura dal vivo».

Del resto, precisa Matteo, lo show dei Mutonia è «minimale, ma diretto e deciso». Per la prima volta, però, nei loro brani troverete piani e archi: «Ogni volta ci divertiamo un botto, perché è un live completo. Portiamo sul palco l’esperienza completa di ciò che siamo stati nel tempo, mantenendo l’essenza di ciò che siamo». E la reazione dei fan? «Beh – replica Matteo – il cambiamento non si sente per niente. O almeno così dicono. È stata una favola solo italiana e siamo contentissimi perché siamo riusciti a far rimanere la botta e il sound della band e non abbiamo snaturato nulla».

Il Malèssere dei Mutonia

Non che sia impossibile snaturarsi. «Può capitare – dice Matteo – e magari a noi è successo in fase di creazione. Veniva ad esempio fuori un riff che però si sposava poco con la voce. Anche per questo, sottolineo che abbiamo fatto una selezione specifica di brani che spacca i culi».

Partendo, certo, da un concept ben definito: «il malessere in tutte le sue forme e, soprattutto, come conviverci». Un Malèssere che nel titolo è addirittura accentato («in versione vocabolario Treccani», scherza Matteo) e che – tra le corde delle chitarre dei Mutonia – acquisisce anche «qualcosa di nobile». «Anche la convivenza con il malessere è nobile – dice il cantante – così come trarre rapidamente qualcosa di positivo da tutto quello che è il mal di vivere. Nelle loro ultime interviste, i Verdena e Manuel Agnelli nominano questo disco cinque volte in quasi un minuto. La tematica è ricorrente, gli artisti scrivono la loro miglior musica quando sono tristi. Potrebbe essere anche visto come un titolo banale per un disco, ma fondamentalmente è il Nome. Nessuno fino ad oggi aveva chiamato un disco in questo modo, rappresentando semplicemente la fase creativa di ogni artista. Soprattutto per chi fa rock».

La collaborazione con Manuel Agnelli e Vicio

Chiediamo a Matteo un commento sugli scambi artistici con il leader degli Afterhours e con altri importanti musicisti del panorama italiano. «Sono importantissimi. – risponde – Perché entri in contatto con qualcuno che ce l’ha fatta e che fa quello che vorresti fare da grande. È un sogno». Il lavoro con Manuel Agnelli è stato molto intenso sul testo di Baby. «All’inizio era un brano in inglese – racconta – e poi c’è stata la traduzione in italiano. È uno dei pochi casi in cui la traduzione non ha stravolto completamente il pezzo, se non l’unico caso». Correva l’anno 2021 e Agnelli era «particolarmente felice della linea vocale. Eravamo a X Factor e mi ha proposto di tradurre il brano. Abbiamo fatto questo esperimento e l’abbiamo registrata con lui. Ha dato una mano sul testo e ci siamo divertiti a scambiare opinioni».

Un processo molto fluido, simile alla collaborazione con Vicio per Tutta Fortuna: «È diventato quasi il quarto membro, perché si è divertito. Ha inserito i suoi cori». Un singolo «diverso da Baby perché esprimono sicuramente due situazioni diverse. Anche il sound è un po’ differente. Ma sono veramente due gioielli. Siamo contentissimi».