Un capolavoro di ingegneria militare: è la Strada delle 52 Gallerie sul massiccio del Pasubio in Veneto. Non adatta ai deboli di cuore.

In Veneto sulle Dolomiti, su trova una strada unica nel suo genere, percorribile solo a piedi e non adatta ai deboli di cuore: la strada delle 52 gallerie.

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Costruita in meno di un anno (6 febbraio – novembre 1917) dal  5º reggimento dell’Arma del genio dell’Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale, è una mulattiera militare sul massiccio del Pasubio. 6555 metri di straordinaria ingegneria, di cui 2335 in gallerie scavate nella roccia. A idearla fu il capitano del genio Leopoldo Motti; in questo modo le retrovie italiane potevano far arrivare rifornimenti e comunicare con i soldati che si trovavano in Prima Linea in cima al Pasubio. Ogni galleria è numerata e ha un nome tutti scelti dal capitano Picone nel 1917, fatta eccezione per la numero 49 e la 50 che furono ‘assegnate’ nel 1991 dall’ANCR di Vicenza.

Un percorso suggestivo ed emozionante per il panorama che offre ma anche per la storia che racconta. 750 i metri di dislivello che vengono percorsi rigorosamente a piedi. È vietato andare con la bicicletta, a causa dei numerosi incidenti mortali che si sono verificati. Il periodo consigliato è quello della bella stagione poiché durante l’inverno a causa delle avverse condizioni meteorologiche possono verificarsi frane.

Le gallerie più spettacolari

Tra le gallerie più significative da segnalare sono la n°19 – Re (Vittorio Emanuele III) che con i suoi 318 metri è la più lunga. La n° 20 dedicata al Generale Cadorna, lunga 86 metri e realizzata all’interno di un eccezionale torrione di roccia. Il dislivello che si percorre con questa galleria è notevole e per questo fu realizzata come un cavatappi: si avvita su se stessa. Il panorama più spettacolare su gode all’uscita della galleria n°47 la Pallanza (ovvero il 249° Reggimento fanteria palanca), lunga ‘appena’ 22 metri.

Lungo la strada delle 52 gallerie, non c’è illuminazione: ogni tunnel è buio e largo in media 2,5 metri. È necessario quindi essere armati di una buona pila, non avere paura del buio e non soffrire di claustrofobia.

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