“Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate”

E’ mattina e mi muovo come in sogno.
Ok. Prima bugia dell'anno, è primo pomeriggio, e più che in sogno sono in coma.

Mi trascino per le stanze, la luce mi ferisce gli occhi. Faccio smorfie allo specchio: 2016. Di già.

Scorro a mente tutto quello che mi aspettavo accadesse fino a ieri. Senza neanche tirare le somme dei risultati ottenuti, penso a quel che mi aspetto da oggi. 

"Sei una persona vacua Klara", mi ripeto.

Ma data la natura dell'essere umano, non mi sento sola in questo ricominciare ad attendere, e poi tanto sapete com'è, mal comune…

Quindi, mentre mi ringalluzzisco pensando che – ora basta, questo è l'anno della svolta e che ora sono decisa e si, che io BLA BLA BLA… come si dice ogni volta insomma, a ridosso del Capodanno, sciorinando tutta una lista di propositi per i mesi a seguire, che una nube nera mi attraversa la mente, basta con i Buoni Propositi e poi questo è il 2016. Anno bisestile.

Anno bisesto-anno funesto, recita la tradizione, e questo potrebbe bastare per farci trovare davanti a 366 giorni di nulla di fatto.

Anno bisesto pure né baco, né moglie, né innesto. Cantilena un’altra filastrocca.

Dunque, come anche la saggezza popolare afferma, quest’anno è meglio non prendere iniziative? Ottimo. Quello che molti di noi sanno fare meglio. Ovvero nulla. Star fermi ed aspettare che gli eventi ci piovano addosso. Mi sento più sollevata. Decido quindi di sedermi sul divano e accendere la televisione:

Ed eccole lì, puntuali, le profezie di inizio anno, e funeste per lo più:

– L’Isis attaccherà Roma il 23 marzo 2016. Così rivela  il contadino Pedro Régis che da 27 anni, ad Anguera (Bahia, in Brasile) dichiara di ricevere i messaggi direttamente dalla Madonna.

Mai che la Madonna avvisi prima un imprenditore, ma tant’è.

Ed è della stessa opinione anche Baba Vanga, al secolo Vangelia Pandeva Dimitrova, una mistica e chiaroveggente bulgara, famosa per aver predetto il crollo delle Torri Gemelle, il 44esimo presidente degli Stati Uniti ovvero un afro-americano che però sarebbe stato a parer suo l'ultimo presidente e lo tsunami del 2004. – Accidenti, questa va forte, penso, ed ecco che con faccia truce annuncia che secondo le sue visioni – nel 2016 ci sarà una guerra che porterà alla fine dell'Europa e nel 2043 il Califfato avrà Roma come epicentro. Ottimo, con il niqab non dovrò più preoccuparmi della ricrescita della mia tinta, e abbandonare così il mio di integralismo, quello tricotico.

In altri canali, alcuni individui iniziano la loro sciarada astrologica, sfidandosi in previsioni su segni più o meno sfigati dell’anno a venire.

Improvvisamente ecco che trova posto di discussione anche il tarlo del giorno: il bisesto.

Vedere questi divinatori cimentarsi come novelli Savonarola in teorie strampalate è istruttivo.

Il quattrocento non è mai stato così vicino.

Dopo l’ultimo anno bisestile di fresca memoria, ovvero il celeberrimo 2012, dove per dar retta al calendario Maya e al loro appuntamento con la fine del mondo, ci siamo smazzati 11 mesi e mezzo di trasmissioni sul mistero e l’occulto, con tutta l’infausta mole di opinionisti felici di avere un lavoro, direi che possiamo metterci in pace con la scaramanzia, ed invece di prepararci al nuovo palinsesto della sfiga nera, ringraziare finalmente il nostro sistema calendaristico, introdotto dal buon Giulio Cesare, messo a punto da Ottaviano Augusto nell’VIII sec. AC. quando si era moderni per davvero, che ci permette di contare giorni, anni e stagioni.

Il modo perfetto di non perdere tempo, il vero fulcro del problema che inesorabile si manifesta allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre di qualunque anno, dove cerchiamo di morire un pò. E al mattino dopo speriamo di rinascere, con tutta una lista di buoni propositi, che nella maggior parte dei casi si confermano mancati appuntamenti al S.Silvestro successivo.

III Canto dell’Inferno, e mi rendo conto come il vero Inferno, ovvero la porta per quel mondo oscuro non sia altro che il Tempo. Tiranno dicono.

L’unica cosa capace di metterci in ginocchio.

Ed eccola lì, a formare un ghigno, quella piccola riga sul lato destro della mia bocca, regalo del tempo, come l’ultima delle fiere alla guardia del varco infernale. Un’altro anno è andato,  ed è inutile cercare giustificazioni universali ai soliti fallimenti se poi si continua a brindare ad il nuovo con lo stesso vecchio bicchiere, usando il nostro tempo, più che come una maratona verso la felicità, come un obnubilante “tour dei forse”.

Per fortuna ho avuto questa illuminazione. Va bene, quest’anno si cambia. E questo è il mio unico buon proposito di inizio anno.

Buon Proposito?!? Dannazione, l’ho fatto di nuovo.