Intervista a Valeria Rossi di ‘Ora o mai più’: dalla notorietà con il brano ‘Tre parole’, al periodo lontano dai riflettori. La cantante si racconta e svela “Sono grata di aver avuto questo destino, questa sorte.”

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Valeria Rossi di ‘Ora o mai più’: la notorietà, il buio e l’incontro con Orietta

Una voce solare, degli uccellini che cinguettano in sottofondo e una risata contagiosa. La mia chiacchierata telefonica con Valeria Rossi di ‘Ora o Mai più‘ inizia così, in un’atmosfera un po’ bucolica. Gentile profonda, Valeria trasmette serenità e nel parlare con lei capisco da dove le arriva: dalla meditazione, che l’ha aiutata a rimettere le cose nella giusta prospettiva. E’ così che ha reagito al passaggio della notorietà portatale dal brano ‘Tre parole‘ un vero e proprio tormentone del 2001, che a distanza di anni è rimasto nei cuori e nelle orecchie di tutti.

Ma anche se Valeria non era più sotto i riflettori, la musica ha continuato a far parte della sua vita “non esiste solo il frontman o chi sta sul palco sotto i riflettori: quella è solo la punta dell’iceberg” come mi ha detto al telefono.

La nostra intervista a Valeria Rossi di ‘Ora i Mai più’

Ciao Valeria, inizio subito chiedendoti cosa ti ha spinto ad accettare la partecipazione di’ Ora o mai più’?

“Quando mi hanno chiamata ho pensato subito che fosse una cosa da fare. Perché aveva la freschezza della novità essendo un format prodotto internamente alla RAI; c’erano tanti aspetti che mi interessavano: la contaminazione tra repertori, poter avere modo di esprimere qualcosa in più rispetto al solito invito in cui vai, canti la tua canzone e te ne vai. La canzone avrà sempre fascino e attrattiva ovviamente, però in ‘Ora o mai più’ c’è la possibilità di aprire un po’ la porta su cosa c’è dietro. Non tanto sulla tragedia umana, anzi farei un setaccio sulle cose che vuoi che passino, sono dell’idea che uno debba tenere a fuoco cosa sta facendo e perché è lì. Io non ho mai sentito la mia partecipazione al programma come il rilancio della mia carriera. Mi piaceva il fatto di uscire dalla mia comfort zone e misurarmi con cose più esigenti rispetto ai miei standard, cose che richiedevano una prestazione di un livello differente. Io non sono una cantante da karaoke, quindi fare una questa cosa mantenendo le proprie peculiarità era la mia sfida. E poi devo dire che la squadra autoriale ha lavorato per far si che tutto fosse dosato con estrema maestria. Perché la domanda che fine ha fatto? se la fanno tutti e tutti pensano agli scenari più apocalittici. Certo questa in parte era la linea editoriale ma hanno cercato di fare le cose con garbo.”

Cosa si prova a raggiungere un successo pazzesco con un brano e poi vedere che quel successo va pian piano scemando?

“E’ una grande opportunità in ogni caso. La possibilità di vedere diversi scenari è una grande opportunità di crescita. Ti da l’idea reale della vita, ti fa vedere che la vita è dinamica. Se riesci ad entrare in questo ordine di idee, affronti meglio anche un cambiamento come quello. Altrimenti ti deprimi è ovvio. Se non cogli la dinamicità della vita e aspetti che succeda qualcosa anzi che succeda di nuovo quella cosa lì, sei un po’ fuori binario. La vita è quella cosa che succede mentre tu sei impegnato a fare altro. Io faccio tanta meditazione e questo mi regala un senso di proporzione nelle cose, mi aiuta a capire le situazioni e mi fa uscire dalle pastoie. Siamo qui per dare un contributo e migliorarci sempre. Per me questo era il senso della mia partecipazione. La cosa bella di ‘Ora o mai più’ è che c’è una narrazione, c’è una storia un’evoluzione progressiva dall’inizio del programma. Inizialmente hai l’incognita dell’accoppiata, poi si inizia a lavorare, si entra in confidenza. La frequentazione con Orietta Berti è cambiata, è evoluta. Orietta che mi chiama e mi dice ‘Ti voglio bene’ mi ha fatto sciogliere il cuore. Mi sento graziata dal suo incontro; è una presenza così positiva e questa sua positività te la trasmette anche sul palco e io la sento. Quando sono con lei la mia prestazione è migliore rispetto a quando sono sola. E’ una persona equilibrata, saggia profonda arguta: è veramente avanti.”

Cosa hai pensato quando l’hai vista arrivare?

“Mi si è aperto il cuore! Sono grata di aver avuto questo destino, questa sorte.”

E la cosa che ti ha stupita di lei ? 

“E’ stupefacente in tutto; poi ad un certo punto ha tirato fuori ‘i coltelli’ e questa cosa l’ho trovata esilarante e fantastica. Perché lei ha questa immagine da mamma, molto dolce. Ma quando vuole difendere il suo pensiero si fa sentire e questa è una cosa che mi ripete sempre ‘di quello che pensi’.”

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Tornando al periodo in cui i riflettori della notorietà si sono affievoliti, cosa hai fatto?

“Ho continuato a lavorare nel mondo della musica perché quello è il mio settore di formazione, la mia esperienza. Ma non esiste solo il frontman o chi sta sul palco sotto i riflettori: quella è solo la punta dell’iceberg. Nel corso degli anni in cui non sono stata sotto i riflettori ho continuato a studiare: ho approfondito la ricerca vocale, la scrittura, ho scritto brani per altri artisti, ho scritto libri (sempre nell’ambito musicale)”

Quindi il libro di cucina per bambini, è stata una sterzata?

“No non più di tanto in realtà! Si tratta di un libro con le ricette e la spiegazione un po’ filologica di 20 piatti, ma dentro era incluso un cd con le venti canzoni-ricetta. L’idea è nata dall’esigenza che abbiamo sentito con mio marito, del bisogno di un aiuto nel momento dei pasti in famiglia con un bambino, avendone noi uno. Ogni volta ci dovevamo inventare il circo, la canzone, il personaggio.. a quel punto avevamo talmente tanto materiale che abbiamo pensato di farne un libro che potesse magari aiutare anche qualche altro genitore. E poi volevamo sensibilizzare un po’ i bambini alla cultura alimentare: che cos’è questo, da dove viene, che storia ha… io sono antropologa e la mia passione è la divulgazione (ovviamente di quello che so!). Quindi in realtà è un libro per la famiglia: i genitori possono coinvolgere i bambini nella preparazione del pasto e questo ha un valore profondo.”

Ti preoccupa il dopo Ora o mai più?

“No. Io torno alle mie passioni. Non credo al mito del successo perché ne ho fatto esperienza per cui l’ho elaborato molto bene e sono andata molto avanti. Non ho paura perché sono molto sul presente. Poi come abbiamo già detto la vita è imprevedibile e quindi cercherò di capire cosa c’è nell’aria e qual è la cosa giusta per me. Anche perché non sono più sola, ho una famiglia, la mia vita è più complessa perché ci sono più parametri da valutare.”

Guardandoti indietro, c’è qualcosa che faresti diversamente?

“Con il senno di poi sono bravi tutti! Quindi no, perché se ho fatto una cosa in quel modo vuol dire che per me era giusto farla così”

Hai affrontato tanti palchi e incontrato tanti conduttori: chi ti ha colpita?

“Quest’ultima esperienza è stata la più singolare; con il fatto che c’ era una continuità, ha dato il modo di non fare una cosa mordi e fuggi ma condividendo il tempo, momenti diversi questa cosa ti avvicina. Con Amadeus non avevo mai avuto a che fare e ho scoperto in lui una persona ottima: è attento, premuroso. E rende tutto molto positivo.”

L’esperienza che ti ha segnata di più?

“Bella domanda… Quelle critiche da cui impari di più. Magari il non essere stata tempestiva in alcune risposte. Sai in quei momenti sei talmente esposto che non ti puoi permettere o hai la sensazione di non poterti permettere di non stare sul pezzo; hai una tale pressione. Per questo magari tanti mollano o non ce la fanno. In realtà bisognerebbe capire a cosa applicare questo termine di successo. Magari in quel caso la criticità è data non tanto dal successo ma dalla notorietà. La cosa importante è non identificarsi con quella cosa là; io non mi identifico con ‘Tre parole’. Il fatto di sentire l’affetto del pubblico è bellissimo, ma devi avere la lucidità di capire che è un moto che quella tua opera gli ha fatto provare per cui è un affetto per interposta canzone. Il successo per me sta da un’altra parte”

Chi vincerà ‘Ora o mai più’?

“Lisa senza dubbio. Credo che la sua vittoria sia nell’armonia celeste; la amo molto e le auguro di vincere. E poi ti dirò, la competizione l’hanno sentita più i nostri toutor che noi”

Nell’ultima puntata sentiremo anche il tuo nuovo singolo, di cosa si tratta?

“Avevo un po’ di materiale nel cassetto, e quando gli autori mi hanno chiesto se avevo qualche brano ho scelto questo, perché mi sembrava perfetto per il momento. Io tengo molto al contenuto di una canzone più che alla forma. Il brano è stato prodotto e arrangiato da mio marito Pietro, ha un sapore internazionale, una storia importante e parla dell’esigenza di una comunicazione profonda tra le persone.”

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