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Il suo nome è Stanislav Petrov ed oggi è un distinto signore di 77 anni ma, negli anni ’80 ha letteralmente salvato il mondo da una catastrofe nucleare. La storia forse non è molto conosciuta, ma Petrov è un vero eroe di cui, purtroppo, non si parla nei libri di storia.

Ma cosa è successo il 23 settembre del 1983?

Gli anni ’80 sono stati il culmine della guerra fredda, forse la crisi più grande tra America e Russia, dopo quella dei missili a Cuba nel 1962 e, proprio grazie all’allora quarantaquattrenne tenente colonnello del controspionaggio sovietico, il mondo ha scongiurato il peggio.

Stanislav Petrov era al suo posto nel Centro di Allerta in un bunker al confine occidentale di quella che allora era l’Unione Sovietica. Il suo compito era quello di decifrare i dati provenienti dal satellite per monitorare la situazione in vista di un possibile attacco nucleare americano. La sua presenza nel bunker era del tutto fortuita, infatti avrebbe dovuto essere la sua notte di riposo, ma il collega che lo sostituiva solitamente era ammalato. Durante il turno, poco dopo la mezzanotte, scattarono tutti gli allarmi e fu chiaro che un attacco missilistico era imminente. Secondo i dati un missile nucleare risultava partito da una base americana. Anziché avvisare i suoi superiori che, immediatamente avrebbero organizzato un contrattacco, decise di contravvenire alle regole e di verificare più volte i dati arrivati.

 

Gli allarmi continuarono a suonare e lo fecero per ben cinque volte. Sospettando un guasto ai sistemi di rilevamento Stanislav Petrov decise di segnalare un malfunzionamento, anziché un attacco nucleare, pur sapendo di avere al massimo un’autonomia di 20 minuti in caso si fosse sbagliato, prima che cinque missili colpissero l’Unione Sovietica scatenando, di fatto, una catastrofe atomica superiore persino a quella di Hiroshima. Gli allarmi si spensero all’improvviso e tutto finì com’ era iniziato. Petrov aveva avuto ragione: si era trattato solo di un guasto al sistema. Stanislav Petrov fu inizialmente acclamato come eroe sia dai colleghi che dai superiori, ma i vertici militari ed il governo Russo non potevano permettere che l’opinione pubblica venisse a conoscenza dell’incidente e così Petrov fu ammonito per la mancata comunicazione e messo a riposo con una pensione misera. Fu solo alla fine degli anni ’90 che la storia venne fuori grazie ad un suo collega che raccontò cosa era successo quella notte. Dopo che l’accaduto è stato reso noto, Stanislav Petrov ha ricevuto numerose onorificenze e qualche premio in denaro che ha subito dato ai suoi parenti, tenendo per sé solo la somma necessaria a comprare un aspirapolvere. Nel 2014 Kevin Kostner ha interpretato 'Il bottone rosso', un film-documentario sull’eroe sconosciuto che nel 1983 salvò la vita a più di tre miliardi di persone.