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Il Messaggero

Anna Magnani in 'Campo de Fiori'

Siete mai andati a fare una passeggiata o a comprare del pesce al Mercato Trionfale? Nel caso qualcuno di voi non ci fosse ancora andato vi consiglio di dirigervi all’ingresso del mercato dove ai lati dell’entrata troverete due scalinate che sono diventate due tele per un grande artista di Street Art, Diavù. Lo Street Art italiano ha infatti deciso di omaggiare alcune delle figure femminili che hanno segnato la storia del cinema storico. In questo murales vediamo ritratta la bella Anna Magnani che abbraccia il suo amato cane, l’opera si rifà al ruolo dell’attrice, di una fruttivendola, Elide, nel  film di Mario Bonnard ”Campo de’ fiori”.

Elena Sofia Ricci in ''Il nome del popolo sovrano''

Il progetto Popstairs si estende su cinque scalinate di Roma, se infatti dal mercato Trionfale ci dirigiamo verso il noto quartiere di Trastevere, possiamo notare come un’altra scalinata della città sia diventata tela per lo Street Artist Diavù. Qui ritratta, troviamo un’altra figura importante del cinema (contemporaneo), la splendida Elena Sofia Ricci, il murales ritrae la donna con un enorme cappello in testa che interpreta il ruolo di Cristina Arquati.

Omaggio al cinema del passato - diavù

Omaggiando sempre il cinema, ma questa volta non le figure bensì i film che hanno fatto la storia, Diavù ha voluto raffigurare alcuni frammenti di film storici del passato. All’università di Roma Tre, infatti, una delle aule del dipartimento è stata circondata da 10 murales che raccontano, tramite l’arte, la storia del cinema. L’università è aperta a tutti e chiunque può entrare e ammirare questo progetto che, a dire dell’artista, potrebbe presentare una continuità. Questa è la facciata principale dove sono presenti solo cinque delle opere, ma per godere delle altre basta farsi un giro intorno all’aula. Diavù in maniera geniale ha trasformato questa struttura in un enorme proiettore sul quale possiamo godere della visione di alcuni film che hanno fatto la storia.

Hunting Pollution - ''A caccia di inquinamento''

Questo è sicuramente uno dei murales più importanti del quartiere, soprattutto per l’innovazione con il quale è stato realizzato. Sono state infatti usate delle vernici antismog che catturano la polvere nell’aria e i livelli di inquinamento emessi dalle automobili. L’opera raffigura una specie di animale in via d’estinzione in lotta per la sopravvivenza, ecco la doppia chiave di lettura con cui può essere letta quest’opera, il cercare di combattere l’inquinamento che distrugge la vita dell’essere umano, e di tutte le specie che abitano il paese. Il murales si caratterizza come una street art rigenerativa, la scelta di realizzarlo ad Ostiense è perché questa dove è stato fatto è sicuramente una delle vie più trafficate e inquinate della città.

Wall of fame dell'artista JB Rock

Il murales, lungo 60 metri, è situato in una delle vie del quartiere Ostiense. I volti dei personaggi famosi che hanno fatto la storia, partiamo da dante e arriviamo fino al ritratto di Zorro, ricoprono tutta la parete di questa piccola via. In bianco e nero su sfondo Rosso, l’artista JB Rock, ha voluto omaggiare coloro che hanno segnato la nostra storia, raccontandola attraverso un percorso che va dal passato fino alla contemporaneità.

Il nido di vespe di Lucamaleonte

Il murales apre il progetto MURo che racconta la storia delle occupazioni del quartiere nel periodo fascista. Le sette vespe rappresentate, raggirano i 70 anni della data del rastrellamento della Gestapo e della polizia fascista, questo, a simboleggiare la resistenza del quartiere durante la decorazione nazifascista, in qui gli abitanti del Quadraro rimasero fedeli ai loro ideali di libertà.

Opera Senza Titolo di Petrangeli e Delkabear

sempre parte del progetto MURo, qui è rappresentato un bambino enigmatico, attraversato alla testa da una valanga di viti, che trapassano da un’orecchio all’altro diventando dopo figure di fantasia. L’opera ha una doppia chiave di lettura, può essere letta come simbolo di innocenza infantile dove la creatività è in grado di trasformare il mondo, oppure come il mondo in grado di trasformare e distruggere la creatività infantile.

Welcome to Shanghai - progetto Big City Life

Big City Life è un altro progetto inizializzato per cercare di portare un’estetica migliore al quartiere di Tor Marancia, ma anche come strumento di racconto per narrare la storia di questo posto. L’opera è quella che apre il progetto, a tema Shanghai appunto, questo perché, sempre durante le occupazioni fasciste, molte persone furono smantellate dalle proprie abitazioni. Questo quartiere nacque in pochissimi giorni proprio per dare una casa a coloro rimasti senza, le condizioni erano difficili, tante persone si sono ritrovate costrette ad abitare in una sola casa, e il quartiere fu spesso soggetto a grandi inondazioni, da qui proprio il soprannome Shanghai, in ricordo della città citata, soggetta a sovraffollamenti per la popolazione e alle inondazioni.

IO SARO' di Van Helten

Questo progetto, Big City Life si espande su 11 palazzine del quartiere, e non racconta solo la storia di questo, ma spesso si rifà anche ad alcune storie personale degli abitanti delle palazzine, un vero e proprio percorso dentro un museo che racconta una storia. Questo è il murales che più mi ha colpito, raffigura la fotografia di una bambina che venne malata via dal borgo dai fascisti e spedita a Shanghai.