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Il Messaggero

Achille Lauro accusato di blasfemia

Achille Lauro accusato di blasfemia da Francesco Bamonte, Presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Il sacerdote ha scritto un duro editoriale sul portale Interris, dopo l’uscita del video di Me ne Frego, brano che il cantante romano ha portato a Sanremo.

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Foto: Kikapress

L'affondo dell'esorcista

Bamonte esordisce facendo riferimento al difficile momento che l’Italia – e il mondo intero – sta vivendo a causa dell’emergenza coronavirus. “Un momento critico per la nostra collettività” in cui “è fondamentale poter contare su radici e valori granitici”.

Foto: Kikapress

Condotte blasfeme e distruttie per l'identità religiosa

“Mentre la salute pubblica è messa a repentaglio da un virus ancora sconosciuto e quindi temibile, addolora dover registrare una grave legittimazione di condotte blasfeme e distruttive per l’identità religiosa e la dignità culturale di una bimillenaria civiltà cristiana come l’Italia”.

Foto: Kikapress

Come in una messa nera...

“C’è anche chi si permette malignamente di raffigurare in un video musicale la Vergine Maria come un’invasata discinta che sembra presiedere a condotte orgiastiche in un mucchio di corpi nudi e allucinati come in una messa nera”.

Foto: Kikapress

Achille Lauro è un imitatore improvvisato di rockstar sataniste

“Il problema non è un improvvisato imitatore di rockstar sataniste e neppure il successo commerciale che incontra, bensì l’incredibile e scandaloso avallo ottenuto a sorpresa da chi istituzionalmente è tenuto a difendere e tramandare il “depositum fidei””.

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L'uso satanico dei simboli religiosi

“Il vero problema non sono i corpi nudi ( ce ne sono ovunque nell’arte più sublime) bensì l’uso satanico di simboli religiosi per farsi notare, persino con l’ipocrisia di richiamare, fuori da ogni contesto plausibile, esempi altissimi di santità come quella del Poverello di Assisi”.

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Qual è la finalità?

“Viene da chiedersi quale sia la finalità di un’azione di sistematico elogio e di strumentale protezione nei confronti di un’operazione di marketing che ridicolizza, sporca e banalizza la caratura salvifica del sacrificio di un Figlio pianto da una Madre che da sola è rimasta ai piedi della Croce”.

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