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Il Messaggero

Storia e Arte: le due fontane gemelle di Piazza San Pietro

In Piazza San Pietro, due fontane gemelle zampillanti ravvivano la visione maestosa della Basilica. Sono lì da secoli e senza di loro la piazza non sarebbe la stessa. Siete sicuri di conoscerne tutti i segreti? Ecco qualche curiosità artistica e storica sulle due fontane gemelle.

Piazza San Pietro: a quando risalgono le fontane?

La prima curiosità riguarda proprio la datazione delle due fontane. Infatti non sono state realizzate insieme; anzi, neanche nello stesso secolo. La fontana più antica è quella di destra – arrivando da via della Conciliazione –  e si trova nella piazza almeno dal 1490 secondo le fonti. In origine la fontana aveva tre gradini e due catini che raccoglievano l’acqua da un elemento centrale decorato.

L'effetto suggestivo creato da Maderno

Fu effettuato un restauro nel 1501 ma la vera trasfigurazione avvenne nel 1614 ad opera di Carlo Maderno. 

L’architetto infatti eliminò i gradini e rovesciò il catino superiore ottenendo la caratteristica peculiare delle fontane gemelle di Piazza San Pietro: infatti la conca superiore rompe il getto d’acqua creando un “effetto pioggia” particolarmente suggestivo.

La seconda fontana: il lavoro di Bernini

Nel 1657 Gianlorenzo Bernini fu incaricato di sistemare Piazza San Pietro. Per ottenere simmetria, Bernini decise di spostare la prima fontana in linea con l’obelisco – posto al centro della piazza nel 1586. (Anche l’obelisco egizio ha una storia affascinante di cui abbiamo già scritto.)

Simmetria ed eleganza: l'idea di Bernini

Dunque, per completare l’opera, fu realizzata la fontana gemella, posizionata simmetricamente sul lato sud della piazza e inaugurata nel 1677. Il ritardo dell’inaugurazione fu dovuto ad un problema di pressione idrica. Infatti non si riusciva a far arrivare gli zampilli della fontana del Bernini all’altezza di quelli della gemella più antica.

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Fontane gemelle Piazza San Pietro: da dove viene l'acqua?

Per risolvere il problema, Papa Clemente X acquistò da Flavio Orsini una ulteriore quota dell’acqua proveniente dal Lago di Bracciano. In questo modo entrambe le fontane ottennero un getto che arrivava a 8 metri di altezza.

Durante il pontificato di Paolo VI fu ridimensionata l’elargizione d’acqua e realizzato un sistema di riciclo fra le due fontane, al fine di evitare gli sprechi.