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Il Messaggero

Monica Lewinsky

Il suo nome e il suo volto sono legati indissolubilmente al sex gate, che colpì l’America e il mondo intero nel 1998: Monica Lewinsky era la giovane stagista che intrattenne con il presidente Clinton la relazione “impropria” che portò lui all’impeachment (e alla successiva assoluzione) e lei a vivere anni terribili, segnati da un disturbo post traumatico da stress.

Monica Lewinsky

Monica era infatti molto giovane quando non solo il suo nome e il suo volto, ma anche i suoi vestiti e i dettagli più scabrosi di quella relazione presidenziale vennero dati in pasto ai mass media: per anni è scomparsa dalla scena pubblica, cercando di costruirsi una vita e un lavoro, finchè non ha deciso di tornare sulla scena per parlare di bullismo e cyber bullismo, alla luce della sua brutta esperienza.

Monica Lewinsky e Bill Clinton

Oggi Monica Lewinsky affida ad un editoriale su Vanity Fair le considerazioni su quanto accadde alla Casa Bianca tanti anni fa: “Ora all’età di 44 anni sto cominciando (solo cominciando) e considerare le implicazioni dell’enorme differenziale di potere che c’è tra un presidente ed una stagista alla Casa Bianca (…) Sto cominciando a prendere in considerazione l’idea che in simili circostanze il concetto di consenso potrebbe essere discutibile (perché lo squilibrio di potere, e la possibilità di abusarne, esiste anche se il sesso è consensuale”)”

Monica Lewinsky

Di questa presa di coscienza Monica ringrazia soprattutto il movimento contro le molestie sulle donne, nato sui social con l’hashtag #metoo: racconta di essere stata contattata da una delle organizzatrici, che le ha scritto semplicemente di essere dispiaciuta che lei all’epoca sia stata così sola, e di come sia straordinario che tante donne si muovano in difesa di altre donne.