Il Messaggero

Elisabetta di Baviera ovvero la Principessa Sissi

La figura della Principessa Sissi ha ispirato film per il cinema e la televisione oltre che spettacoli teatrali e documentari. La fama della sua bellezza la precedeva tra i sudditi, che in più occasioni nonostante osteggiassero le politiche dell’Impero, partecipavano agli aventi pubblici se sapevano della sua presenza solo per vedere se quella bellezza fosse reale.

Crediti foto@Kikapress

Per tutti ha il volto di Romy Schneider

Nell’immaginario collettivo il volto della Principessa è quello di Romy Schneider, attrice che nel 1956 la portò sullo schermo interpretandola per ben tre volte nei celebri film La Principessa Sissi (1955) Sissi, la giovane imperatrice del 1956 e Sissi – Il destino di un’imperatrice (1957). Tuttavia la storia di Elisabetta di Baviera (questo il vero nome di Sissi) fu tutt’altro che felice.

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non doveva essere lei l'Imperatrice d'Austria

Abituata fin da piccola ad ignorare i formalismi, non doveva essere lei l’Imperatrice d’Austria bensì sua sorella Elena. La madre Ludovica di Baviera e sua sorella l‘arciduchessa Sofia volevano combinare il matrimonio tra Elena di Baviera e Francesco Giuseppe I d’Austria. Ma quando questi vide Elisabetta se ne innamorò subito: fu un colpo di fulmine.

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quattro figli e un destino avverso

Dal matrimonio tra i due, nacquero quattro figli: Sofia, Gisella, Rodolfo e Maria Valeria. Il destino però non riservò loro una vita felice. La primogenita Sofia si ammalò durante un viaggio di Stato in Ungheria, e morì a soli due anni nel giro di pochi giorni. Sissi si sentì responsabile della morte della figlia poiché fu lei, contro il volere della suocera, a voler portare Sofia e Gisella con se e il marito. Al suo rientro si chiuse in se stessa e lasciò il ruolo di madre all’arciduchessa Sofia. Nemmeno la nascita di Rodolfo potè risollevarla e anche per lui il destino riservò una infausta fine. Morì suicida all’età di 31 anni insieme all’amante la baronessa Maria Vetsera. Dalla sua morte, la Principessa Sissi decise di vestirsi sempre di nero in segno di lutto.

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Sissi e il culto della bellezza

Oltre alla sua bellezza, celebre è anche la sua capigliatura. Una chioma folta e lunghissima che spesso portava raccolta nella famosa “acconciatura della corona”. Pare che i suo capelli fossero così lunghi da pesare 5 kg e potevano essere toccati solo dalla sua parrucchiera personale.

La Principessa Sissi fu spesso preda di strane malattie considerate di origine psicosomatica. La storica Brigitte Hamann ha ipotizzato che soffrisse di anoressia nervosa. Per molto tempo si costrinse a diete ferree e bizzarre (che  prevedevano uova, arance, latte e una spremuta di 6 kg di carne bovina); calcavate estenuanti ed esercizi di ginnastica. Si racconta che tenesse il suo peso sui 50 Kg per un altezza di 170 com.

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il destino non aveva in serbo un lieto fine.

Ma anche per lei il destino non aveva in serbo un lieto fine. Durante un viaggio privato in incognito con una dama di compagnia a Ginevra. Qui mentre si accingeva a prendere il battello per Montreux l’anarchico italiano Luigi Lucheni le tese un’imboscata. Urtandola la pugnalò al petto con una lima. Dapprima l’Imperatrice cadde a terra per l’urto ma si rialzò e corse verso il battello la cui sirena aveva suonato. Solo una volta giunta a bordo si accasciò a terra priva di sensi. Morirà un’ora dopo nella sua camera d’albergo a soli 60 anni.

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Stasera in tv, La principessa Sissi su Rai 3: gli errori nel film che non avevi notato

Venerdì 28 maggio su Rai 3 andrà in onda il celebre film ‘La principessa Sissi (Sissi)’ film del 1955 diretto da Ernst Marischka con protagonisti Romy Schneider, Karlheinz Böhm.

Primo di una trilogia dedicata all’Imperatrice d’Austria, ha consacrato il successo della Schneider che nonostante una lunga carriera, rimarrà per tutti la principessa Sissi.

Un film quasi perfetto se non fosse per due errori.

Quello in cui Sissi si bagna e sporca vestito e scarpe entrando nell’acqua del fiume, ma che poi appare pulito quando torna nella sua stanza.

La presenza di una macchina durante la scena della passeggiata nel bosco. Nell’inquadratura si vede la valle sottostante e non solo si nota la strada asfaltata ma anche una macchina che difficilmente avrebbe potuto esserci nel 1853.

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