La tappa finale è anche la più inquietante: la Cripta dei Cappuccini, in via Veneto. Un luogo dove il tempo si ferma e la materia si fa arte. Le ossa di migliaia di frati decorano pareti e soffitti in un’installazione permanente che mescola spiritualità e memento mori. “Quello che voi siete, noi eravamo. Quello che noi siamo, voi sarete”: la frase incisa all’ingresso risuona come un monito eterno. Uscire da qui è come risvegliarsi da un sogno, o forse da un pensiero troppo profondo per essere detto ad alta voce.
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