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Il Messaggero

L'affascinante storia del Palais Ideal

Se vuoi una cosa fatta bene, falla da solo” e Ferdinand Cheval un postino francese vissuto nel 1800 ha seguito questo adagio alla lettera, costruendo la casa più strana al mondo. Un castello che il postino ha realizzato con le proprie mani, mattone dopo mattone, pietra dopo pietra.

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Siamo nella Francia di metà Ottocento, nel comune di Hauterives a 80 Km a sud di Lione.

Una storia che sembra una favola e che invece è assoluta realtà. Siamo nella Francia di metà Ottocento, nel comune di Hauterives a 80 Km a sud di Lione. Qui Monsieur Cheval faceva il postino e durante le sue consegne, sognava e progettava la sua casa ideale. La vita però non fu benevola con lui e lo mise a dura prova. A soli 11 anni perse la madre, il padre quando ne aveva 19. A 27 dovette affrontare uno dei lutti più difficili: quello di un figlio e dieci anni dopo, dovette dire addio a sua moglie. Il palazzo ideale divenne un lontano ricordo a cui il postino non pensò più.

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"Mi davo dell’insensato, del ridicolo, non ero muratore"

Fino a quando un giorno non inciampò in una pietra dalle forme bizzarre; un incontro che riaprì la sua memoria e fantasia e che lo portò a costruire in 33 anni la sua casa, il Palais Ideal. Qui si fondono stili e ispirazioni diverse e a qualcuno basterà un colpo d’occhio per ritrovarvi l’opera di un grande architetto: Antoni Gaudì e la sua Sagrada Familia. Ma l’opera di Cheval è inizia a prendere forma nel 1879 mentre quella di Gaudì nel 1882.

“Mi davo dell’insensato, del ridicolo, non ero muratore, non avevo mai toccato una cazzuola; né scultore, non conoscevo lo scalpello; quantomeno architetto”

Monsieur Cheval nella sua autobiografia

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Tanti erano i visitatori, che Chavel mise il biglietto d'ingresso

Il Palais Ideal è un’opera lunga 26 metri, profonda 14 e alta 12 piedi e il nostro estroso postino riuscì a vedere compiuta. La notizia di quel palazzo stravagante viaggiò velocemente e in molti accorsero per poterlo vedere. Chavel mise così un biglietto a pagamento per visitare la sua casa.

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Vi abitò e avrebbe voluto fosse anche il suo luogo di sepoltura

Non solo vi abitò, ma avrebbe anche voluto che fosse la sua eterna dimora. Ma il comune di Hauterives non gli concesse il permesso e così costruì nel cimitero comunale la propria tomba chiamata Tombeau du silence et du repos sans fin (Tomba del Silenzio e del Riposo senza Fine).

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