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Il Messaggero

Al via il protocollo di intenti “Mi riscatto per Roma”

Il progetto di reinserimento è rivolto ai detenuti della Casa circondariale di Rebibbia. La collaborazione fra Roma Capitale e Ministero della Giustizia, dunque, si rinnova. E dopo aver visto 42 detenuti impegnati negli interventi di ripristino del decoro di parchi e giardini, questa volta saranno 15 i carcerati coinvolti. Si dedicheranno a caditoie, strisce pedonali e le ormai proverbiali buche sulle strade della Capitale.

Il progetto è stato presentato martedì 7 Agosto in Campidoglio

Virginia Raggi ha dichiarato: “Siamo qui per presentare e rinnovare un progetto che avevamo già iniziato in forma sperimentale e in cui abbiamo creduto tantissimo, ovvero la possibilità di poter dare ai detenuti una seconda chance reintroducendosi in società”

I detenuti riparano le buche: ecco il progetto “Mi riscatto per Roma”

I detenuti, selezionati tra quelli a bassa pericolosità e pene ridotte, saranno formati in carcere da Autostrade per l’Italia in due mesi e mezzo per ottenere un attestato professionale. Il progetto di reinserimento punterà a coinvolgere un numero sempre maggiore di detenuti attraverso diversi protocolli. Il gruppo di lavoro inizierà a risistemare le strade adiacenti al penitenziario di Rebibbia.

Reinseriti nella società, ma il lavoro non è retribuito: ecco la polemica

I detenuti/lavoratori non saranno retribuiti poiché il progetto si fonda su attività di “lavoro volontario e gratuito”. Alcuni hanno osservato che qualsiasi altra azienda si occupi di manutenzione delle strade, non potrà mai fare un’offerta concorrenziale rispetto alla forza lavoro gratuita messa a disposizione da questa iniziativa. Secondo alcuni invece, il lavoro non retribuito unito alla sorveglianza, richiama alla mente i lavori forzati.