Dopo aver ironizzato e scherzato sugli stereotipi di destra in ‘Non sposate le miei figlie’ De Chauveron in ‘Benvenuti a casa mia’, con ironia e intelligenza prende in giro gli intellettuali di sinistra che in pubblico professano apertura e integrazione e nel loro privato sono più che mai borghesi. Un tema attualissimo quello dell’integrazione, che nel film rappresenta il fulcro di tante situazioni comiche.
Fin da piccolo Giancarlo Magalli ha respirato l’aria dei set cinematografici (il padre Enzo era un direttore di produzione cinematografica) e per lui cinema è sinonimo di casa “Sono stato sulle ginocchia di Anfri Bogart, in braccio ad Ava Gardner, ho giocato con la Lollobrigida – ricorda l’attore – per me il set era una succursale di casa”. Cosa manca secondo lui al cinema italiano?
“Forse un po’ di coraggio civile – dice Magalli durante la nostra intervista – Questo film ce l’ha e forse ai nostri film un po’ manca. Tendiamo a fare pellicole che sono o assolutamente innocenti dove si parla di telefonini ed esami (belli ma di impegno moderato), o film proprio tosti. La via di mezzo la pratichiamo poco, invece anche così arrivano messaggi. E se il messaggio arriva con un sorriso non c’è niente di male anzi, forse arriva meglio”.