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Il Messaggero

Il Castello di Sammezzano

Se mai vi capiterà di visitarlo, vi riconoscerete numerose scene cinematografiche, di cui le più famose sono sicuramente quelle de Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone. Impossibile, del resto, resistere a una simile location, immersa in un’area di Reggello, in provincia di Firenze. In origine, l’edificio era una fattoria, ma nell’800 fu restaurato grazie a Ximenes d’Aragona. Ma fu grazie a Ferdinando Ximenes d’Aragona, nel 1889, divenne il più importante esempio di architettura orientalista in Italia.

Gubbio, la Fontana dei Matti

Avete mai pensato di prendere la patente da matto? Forse no, ma se ci state pensando ora, dovete recarvi assolutamente a Gubbio. Tra superstizione e un pizzico di ironia, nel centro di Gubbio si è infatti diffusa una pratica legata alla Fontana del Bargello, costruita intorno al ‘500. Bisogna girare tre volte intorno alla fontana in presenza di un egubino. E non si scherza: è una pratica diffusa dal 1880 verso la quale la città mostra un’assoluta dedizione.

Le Terme di Baia

C’è chi la chiama la “piccola Roma”. E, in effetti, è in questo luogo magico che i nobili romani si recavano – potremmo dire – in vacanza. Attratti dalle acque termali, vi costruirono ville patrizie e piscine. Una vera oasi di relax e pace, o almeno questo doveva essere per chi allora abitava le lussuose ville, di cui oggi potrete ammirare i resti. Ne vale la pena, ovviamente.

Vitorchiano, la Statua Moai

L’Isola di Pasqua deve essere bellissima, ma è decisamente fuorimano per tantissimi italiani. Eppure, forse non tutti sanno che – proprio sulla nostra terra  -esiste l’unica Statua Moai che potete ammirare fuori dai confini dell’Isola di Pasqua. Si trova nel cuore della Tuscia, a Vitorchiano, e risale al 1990. Fu scolpita da 11 indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, invitati dalla trasmissione Rai Alla ricerca dell’Arca, che li ha aiutati a trovare una pietra vulcanica simile a quella dell’Isola di Pasqua, sempre più in deterioramento. Quella pietra, alla fine, pare esista proprio a Vitorchiano.

I quadri di Caravaggio nelle Chiese di Roma

Caravaggio potete ammirarlo, ovviamente, in Musei e mostre adibite. Ma anche in tre chiese romane, e in via del tutto gratuita. Nella Chiesa di San Luigi dei Francesi trovate tre dipinti, mentre in quella di Santa Maria del Popolo potrete ammirare i due quadri Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Infine, nella chiesa di Sant’Agostino è conservata La Madonna dei Pellegrini.

Milano, la cripta di San Giovanni in Conca

Il Duomo e il Cenacolo meritano obbligatoriamente una visita. Ma anche Milano ha i suoi tesori nascosti. La Basilica di San Giovanni in Conca, ad esempio, risale all’epoca paleocristiana, ma con il tempo si è ridotta ad essere un mero scorcio visibile tra le strade e il traffico. La cripta, tuttavia, è ancora visitabile e va vista assolutamente, in quanto unico esempio di cripta romanica esistente a Milano.

Il Giardino dei Tarocchi

Ci spostiamo in Toscana, dove l’artista Niki de Saint Phalle – ispirata dal celebre Parc Guell di Barcellona – ha creato un parco coloratissimo, ispirato ovviamente dai Tarocchi che gli danno il nome. Colori, surrealismo e vivacità: questi gli ingredienti segreti del Parco, una vera gemma di arte contemporanea.

Imperia, Villa Grock

Chi è Grock, vi chiederete? Ebbene, è il clown più celebre del mondo, ispiratore – tra le altre cose – del celebre Charlot di Chaplin. Proprio a Imperia si stabilì il Re dei Clown nel 1959 e vi costruì un’abitazione museo, dove le sorprese sono dietro l’angolo: specchi magici, apparizioni e una sala da trucco. Una visita è immancabile.

La spada di San Galgano

Chi di voi non conosce la leggenda de La Spada nella Roccia? Se volete vivere per un po’ la realtà di questa storia così suggestiva dovete recarvi nella cappella di Montesiepi, vicino all’Abbazia di San Galgano. La spada è appartenuta a Galgano Guidotti, un cavaliere nato nel 1148 che – secondo la leggenda – avrebbe conficcato la spada nella roccia quando decise di ritrovare la fede, per usarla come croce davanti alla quale pregare.

Sebastian Matta a Tarquinia

Girate il mondo e, in ogni Museo di arte contemporanea, troverete un quadro del pittore cileno Sebastian Matta. Che, tuttavia, scelse di trascorrere i suoi ultimi anni a Tarquinia, nel Lazio. E, proprio per omaggiare il Paese che lo ha accolto e custodito, l’artista vi ha realizzato un’opera che potrete ammirare semplicemente camminando. Tra sampietrini colorati, il “frontone” di Matta occupa infatti il terreno con cui attraverserete una delle Piazze più centrali del paese.