Funziona molto semplicemente la start up nata in Francia e che dal 2015 si sta espandendo anche in Italia: una piattaforma digitale mette in contatto produttori e consumatori, dando vita ad alveari di quartiere

loading

L’alveare che dice si è una bella realtà di consumo consapevole, a filiera cortissima e a km 0: consumatori e produttori locali vengono messi in contatto tramite una piattaforma digitale, che apre le porte ad un mondo di prodotti genuini. L’ alveare è una metafora di socialità: si può acquistare non solo il miele, ma anche pane, carne, latte, frutta, verdura, tutto quello che è in grado di produrre il territorio nel quale ci si trova.

Un modo di fare la spesa sano, sostenibile e anche conviviale, come ci ha raccontato la coordinatrice per il Lazio Roberta Magherini:  la spesa si fa online e si ritira nell’alveare di quartiere, creato, gestito ed organizzato dal gestore di alveare, figura chiave che si occupa di tutti gli aspetti logistici e comunitari.

Una comunità, quella di Alveare che dice si, che è nata in Italia nel 2015 e che si sta rapidamente espandendo, dal Nord Italia a scendere, con 7 alveari già attivi anche a Roma. Sostegno all’agricoltura locale, sostenibilità ambientale, possibilità di bypassare la GDO e offrire alle famiglie cibo sano e fresco: sono queste la parole chiave di Alveare che dice si e del suo incrocio di bisogni, una relazione decisamente win-win per tutti i partecipanti.