In montagna, nel deserto o in periferia: grazie al progetto di questa start up piemontese anche nei posti più difficili crescerà frutta e verdura

Coltivare frutta e verdura nel deserto, nelle zone più aride e impervie, nelle periferie degradate cittadine: da oggi, grazie al progetto della start up piemontese GhZero, non sarà più un’assurdità.

Al centro del progetto l’idea di Luca Bertolino, agronomo e docente, Massimiliano Caligara, chimico ambientalista e di Fabrizio Barini, che cura la parte finanziaria: serre mobili, trasportabili e componibili, del tutto indipendenti dalle condizioni atmosferiche esterne e in grado di far crescere frutta e verdura anche in assenza di luce o acqua. I moduli, trasportabili con ogni mezzo, possono essere montati anche in verticale per la realizzazione di una serra multipiano.

Le serre sono alimentate da lampade a led intelligenti, prodotte dalla ditta Elmo di Mortara: l’obiettivo è sfruttare al massimo le rinnovabili, per non dover dipendere dal petrolio. Il progetto interessa sia le Ong che le forze armate, perchè permetterebbe la coltivazione di cibo nelle aree dove non è mai stato possibile, portando benessere alle popolazioni più povere e contribuendo alle missioni dei soldati.

Il progetto della “serra 2020” è più realistico che mai: il pilota è in corso di realizzazione all’Istituto Tecnico Agrario Statale Giuseppe Bonfantini di Novara e partecipano anche gli studenti, con uno specifico percorso di alternanza scuola-lavoro. Il termine dei lavori è fissato per dicembre 2018 e l’inizio delle coltivazioni per febbraio 2019.

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