Per giustificare la decisione di lasciare l’Iva sugli assorbenti al 22%, il deputato D’Uva ha dichiarato che il M5S è contro i prodotti usa e getta, ritenuti inquinanti. Peccato che proprio in Italia è stato aperto il primo stabilimento al mondo che ricicla al 100% i PAP e che con il decreto End of Waste è oggi operativo

Ha fatto molto discutere in questi giorni la cosiddetta Tampon tax, la decisione di mantenere l’IVA al 22% -quota imposta ai beni di lusso- sugli assorbenti igienici femminili. Era infatti stata portata in Parlamento una proposta di riduzione dell’Iva al 5%, la quota che generalmente si applica ai beni di prima necessità, che è stata però respinta.

Tra le motivazioni date a questo diniego non solo ragioni economiche: Francesco D’Uva, capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera dei Deputati, ha dichiarato durante un intervento a Omnibus (La7) che il suo partito non è favore degli assorbenti usa e getta, che sono inquinanti.

La giustificazione di D’Uva è però smentita dall’attualità: quello stesso giorno il ministro Costa firmava il decreto end of waste, per il riciclo dei PAP, prodotti assorbenti della persona come i pannolini. E saranno proprio aziende italiane ad occuparsi di questo riciclo virtuoso, che permetterà di creare, a partire dagli assorbenti igienici e dai pannolini usati, stampelle, mollette, sedie di plastica, cartoni da imballaggio industriali o anche nuovi prodotti assorbenti.

Una tecnologia che esisteva già e che aspettava solo il via libera della legge per essere utilizzata: in provincia di Treviso è attivo già da qualche anno lo stabilimento FaterSmart, il primo al mondo che ricicla assorbenti e pannolini al 100%, un vero fiore all’occhiello per l’Italia. I PAP, che vengono raccolti separatamente, vengono lavati e sterilizzati in autoclave, poi si separano plastica, polimero super assorbente e cellulosa, che una volta rigenerati tornano a nuova vita. Questo processo di recupero e riciclaggio si basa su un’innovazione tecnologica che già nel 2011 è stata riconosciuta come Eco-Innovation dalla Commissione Europea.

La FaterSmart, dalla firma del decreto, potrà finalmente iniziare a vendere i suoi prodotti, visto che fino a quel momento erano considerati ancora “rifiuti”.

Con buona pace di chi afferma che l’Iva al 22% su un prodotto indispensabile per le donne di tutto il mondo è giustificata da motivazioni ambientali.