Una piccola serra idroponica che può essere gestita in casa (o da remoto) ed è progettata per cicli di crescita brevi: in 4 settimane, al massimo, si può mangiare l’insalata del proprio orto da salotto

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Rack Farm è la soluzione tecnologica pensata ad hoc per chi vive in città e non vuole rinunciare alla verdura fresca: che si tratti di un privato o di un ristorante.

Tutto nasce da una sfida: ricreare un microclima adatto a far germogliare un seme molto particolare, una specie di pomodoro antico, che cresceva 70/80 anni fa. Ce lo hanno raccontato Tommaso Spagnoli e Lino De Crescenzo, ideatori del progetto: una volta riusciti in quell’intento, è stato naturale alzare la posta.

Il risultato è Rack Farm: una piccola serra idroponica, relizzata con materiali stampati in 3D, dalle dimensioni di un armadietto, nella quale si può coltivare verdura, ortaggi e frutta direttamente a casa propria. Le condizioni climatiche della serra vengono controllate tramite una app in modalità mobile e in loco con una pulsantiera: questo permette di gestire il microclima e far germogliare le piante in massimo 4 settimane.

“Rack Farm ci ha aperto tanti nuovi scenari” ci ha raccontato Spagnoli, che ora sta lavorando insieme al suo team a nuovi progetti, fra cui un sistema di monitoraggio per le arnie e un rover per il controllo e l’ispezione delle tubature.

Lino De Crescenzo ci ha spiegato invece che la modularità è una delle caratteristiche principali di Rack Farm: a seconda delle esigenze di ogni cliente può essere sviluppata una serra diversa. Non solo: la piccola serra è autonoma ed ecologica, visto che i suoi scarti possono essere poi riutilizzati per annaffiare le piante casalinghe.

Privati appassionati di orto, piccole aziende agricole, ristoranti e fast food che vogliono avere sempre a disposizione verdura fresca: questi i clienti ideali di Rack Farm. Un’idea piccola abbastanza da stare in un armadietto, ma abbastanza grande perchè se ne senta parlare ancora a lungo!

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