Nella giornata conclusiva del IX festival della Diplomazia di Roma, si affronta il tema dell’intelligenza artificiale. Numerosi esperti discutono sulle possibilità che questo settore tecnologico offre e sugli accorgimenti necessari a gestirlo.

Quello dell’intelligenza artificiale è un settore in pieno sviluppo. E’ necessario un coinvolgimento ed un supporto attivo degli Stati nazionali? Quali sono gli accorgimenti da prendere per assicurare uno sviluppo costante ed utile per questo nuovo settore tecnologico?

Questi i principali temi trattati dal professor Maurizio Mensi, dal professor Domenico Talia e da numerosi altri ospiti.

Intelligenza artificiale: Algoritmi e termini dello sviluppo

La tecnologia non approda oggi per la prima volta nel mare dell’intelligenza artificiale.

Già nel corso del Novecento, lo sviluppo del settore era affidato a degli esperti, che procedevano alla messa a punto degli algoritmi necessari al funzionamento, che ne dettavano le regole.

A partire dagli anni ’80, ricorda il professor Talia, il processo si inverte, il paradigma cambia.

Si provvede alla ricerca di dati, nascosti, non registrati e con l’accortezza di non cadere nella trappola dei “falsi dati”, e a partire da questi si arriva all’elaborazione degli algoritmi, che dettano regole e funzionamenti.

Politica e Tecnologia: Il ruolo degli Stati Nazionali

Da questa svolta improvvisa lo scenario cambia. Quel settore, che si definiva autonomo, ha bisogno di una sua regolamentazione.

Dominare a livello politico la tecnologia risulta di primaria importanza sotto il profilo della sovranità tra Stati.

Il mondo tecnologico sembra già frammentato tra 3 poli sovrani (USA, Russia e Cina), mentre l’Europa resta un passo indietro, perché eccessivamente frammentata.

Solamente in Francia ed in Inghilterra si è individuata la possibilità di enorme sviluppo tecnologico, a partire dagli algoritmi.

Intelligenza artificiale e algoritmi diventano, in questo modo, soggetti politici, e come tali, non possono essere affidati interamente ai tecnici, ma necessitano di una regolamentazione.

Un nuovo problema sociale: Educazione tecnologica

Sottolineato più volte durante il dibattito, il problema dell’educazione in relazione allo sviluppo del sistema.

Il lavoro di domani è un lavoro diverso da quello di oggi. I sistemi di formazione e educazioni in vigore sono antichi rispetto al progresso tecnologico a cui si sta facendo fronte.

Si sta facendo, sempre più spesso, uso di macchine nella vita di tutti i giorni, i cui algoritmi e funzionamenti sono completamente estranei alla maggior parte degli utenti.

Il primo accorgimento da prendere, al fine di garantire uno sviluppo costante ed utile, è, quindi, proprio quello di riconsiderare il sistema di educazione e formazione.

Etica e tecnologia

“Tecnologia vuol dire trasferire le nostre conoscenze a chi ci succederà su una piattaforma diversa dall’uomo”, afferma il teologo Paolo Benanti. Questo comporta che la nostra non risulta più essere l’unica specie sapiens.

I dati che trasmettiamo sono rappresentazioni della realtà ed in quanto tali, si ha il dovere di procedere ad una gestione attenta dell’intero settore tecnologico.