Al Festival della Diplomazia di Roma si parla di sicurezza cibernetica e Cyber-Diplomazia. L’incontro ha visto fra i relatori l’ambasciatore Francesco Maria Talò, il general manager Kasperky Lab, Morten Lehn e molti altri specialisti. Ecco il contributo che la diplomazia può dare alle crisi di sicurezza informatica.

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Sicurezza cibernetica e Cyber-Diplomazia: due frontiere ancora da esplorare

La Cyber-Diplomazia approda a Diplomacy – Festival della Diplomazia di Roma. 

Conosci e domina il tuo nemico. In questo modo Francesco Vestito, comandante del comando interforze per le operazioni cibernetiche, dipinge il modo d’agire degli hacker che ogni giorno mettono in pericolo la sicurezza di tantissime persone.

L’incontro avvenuto nella sede dell’ANIA, promosso dal festival della diplomazia di Roma, ha riguardato proprio il delicato tema della sicurezza e cyber-sicurezza. A discuterne l’ambasciatore Francesco Maria Talò e il general manager Kasperky Lab, Morten Lehn. E con loro il comandante ed esperto di informazione e Intelligence, Dario Sgobbi. 

Sono intervenuti anche l’esperto di sicurezza cibernetica, Corrado Giustozzi, il direttore superiore nel servizio di supervisione sui mercati e sul sistema dei pagamenti di Banca d’Italia, Domenico Gammaldi, oltre allo stesso comandante Francesco Vestito.

Gli hacker moderni ed il pericolo in rete

È stata messa in evidenza la necessità di far crescere la consapevolezza della grave situazione che i “seguaci di Sun Tzu”, così definiti da Francesco Vestito, stanno creando. Gli hacker moderni in pochi minuti sono in grado di rubare denaro e trasferirlo su un malware (malicious software) che scompare poco dopo. Il problema si presenta sia sul piano tecnologico che su quello politico e umano.

Da una parte è necessaria l’identificazione del nemico – attribution. Dal punto di vista umano e politico appare urgente, invece, come suggerisce Dario Sgobbi, incrementare gli investimenti nel settore e creare un sistema dual-use in grado di garantire la sicurezza di tutti. A questo punto subentra l’azione diplomatica, anche se con qualche accorgimento.

Sicurezza informatica e cibernetica: il ruolo della diplomazia

In accordo con quanto detto da Domenico Gammaldi, bisogna lavorare su dimensioni diverse di collaborazione. Si mira ad una cooperazione che aiuti ciascun paese a combattere il problema. Ad ogni modo, in questo settore la collaborazione internazionale può danneggiare alcuni interessi nazionali, tiene a precisare Corrado Giustozzi. Bisognerà raggiungere il giusto equilibrio tra collaborazione e protezionismo, pur sempre ricordando un noto proverbio nord-africano:

“Se vuoi andare veloce, vai solo, ma se vuoi andare lontano, vai con gli altri”

L’Italia risulta uno dei paesi meno afflitti da questa piaga, soprattutto se messa a confronto con la Russia. Tuttavia, ricorda Morten Lehn, prevenire è meglio che curare. Nel farlo le collaborazioni internazionali, come il G7 o l’OSCE, rivestono un ruolo di primaria importanza.

A conferma di ciò, l’ambasciatore Francesco Maria Talò, nell’illustrare le linee d’azione del Ministero degli Esteri, non dimentica di sottolineare il rilievo della cyber-diplomazia, necessaria affinchè la ricerca non risulti di stampo individualista e la cyber-sicurezza possa essere definita “quinta dimensione” e, come tale, trasversale.

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