Presentati i dati della ricerca Federlazio-CCIAA di Roma sulle startup innovative presenti nella Capitale e nella sua area metropolitana

Pubblicati i dati dell’indagine Federlazio sulle startup a Roma. Il rapporto è stato illustrato nell’incontro che ha visto la presenza, tra gli altri, del presidente della CCIAA di Roma Lorenzo Travaglianti e l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio Gian Paolo Manzella.

Startup a Roma: i risultati dell’indagine

Rispetto alle 8.091 imprese startup innovative iscritte nel Registro delle Imprese nazionali, le startup presenti nella Regione Lazio sono in tutto 973. Un dato positivo che evidenzia una tendenza alla crescita nel Lazio – come già evidenziato da studi sulla natimortalità imprenditoriale –  che pone la Regione al terzo posto in Italia dopo Lombardia (1.851) ed Emilia Romagna (868).

Le startup a Roma e provincia sono in tutto 686, prevalentemente posizionate nella Capitale (638), che raccoglie l’80,5 di tutte le nuove imprese presenti nel Lazio.

Il settore prevalente è quello dei servizi (con un’incidenza media superiore al dato nazionale): 542 le startup del terziario posizionate nella Capitale, 581 se consideriamo anche quelle presenti in Provincia. Spiccata la presenza nel settore del terziario avanzato: produzione di software, consulenza informatica, informazione, ricerca e sviluppo).

Livelli inferiori al dato nazionale si registrano tuttavia per le startup operanti nell’artigianato e nell’industria: solo 45 le startup a Roma del settore secondario (7,1 in termini percentuali, rispetto alla media nazionale del 18,7).

Innova Venture
Il 2017 è stato comunque l’anno delle startup innovative, con un picco di iscrizioni rispetto agli ultimi 6 anni. Dopo una lieve flessione nel 2016, il dato  mostra una costante crescita di nuove imprese in linea con i dati regionali e nazionali.

La prevalenza delle imprese – in base alla ragione giuridica – attiene alle società di capitali, in particolare alle società a responsabilità limitata. Bene l’incidenza delle srl semplificate (12% rispetto all’85% delle srl ordinarie). In calo la forma cooperativa (0,8%, rispetto al dato nazionale dell’1,8%).

Le startup a Roma sono sempre più rosa

Le startup a Roma parlano al femminile: il 15% sono composte in prevalenza da donne; rispetto a un dato medio nazionale del 13,1%. Inferiori alla media italiana, invece, le imprese giovanili e quelle condotte da persone straniere o immigrate (18,8 e 0,3, rispetto a dati medi nazionali del 20,9 e 2,8). Un dato che deve far riflettere sui nuovi scenari di integrazione sociale e intergenerazionale.

Alla base della scelta di impresa: lo sfruttamento di un’idea imprenditoriale innovativa (54,4%); la volontà di valorizzare competenze ed esperienze personali (45,6%) e la possibilità di sfruttare opportunità di mercato (38,2%).

 

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Quali problemi, quali difficoltà?

Le principali difficoltà riscontrate? Soprattutto la necessità di capitali e liquidità per avviare le attività (42,2%): nella maggior parte dei casi si tratta di imprese avviate con meno di 10.000 euro, finanziate con mezzi propri. Seguono l’onerosità delle procedure amministrative: la complessità e le lentezze nell’iter burocratico (37,8%),  difficoltà endogene come la difficoltà di commercializzazione (26,67%), l’accesso al credito bancario (24,4%), il costo eccessivo del lavoro (22,2%).

Interessante l’analisi sull’occupazione passata dei nuovi imprenditori. Le startup a Roma provengono prevalentemente da persone già occupate precedentemente come quadri o dirigenti (27,9%), una quota superiore a quelle provenienti dalla libera professione (26,2%) o da esperienze di impresa precedenti (23%).

Se soltanto il 3,3% delle startup sono state fondate da studenti, tuttavia, le competenze continuano ad essere un must: data la complessità delle attività che vede coinvolte le startup innovative, quasi l’80% dei titolari delle nuove imprese possiede una laurea specialistica.

Uno sguardo, infine, alle tendenze economiche dell’ecosistema dell’innovazione: scenario positivo – a detta degli intervistati – con una prevalenza netta di risposte positive sia in riferimento all’occupazione (per il 68,0% sarà in crescita), che per il fatturato (in crescita per il 96,2% degli intervistati).

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