John Cronin è un 21enne con sindrome di Down. La sua missione dichiarata è di voler portare la felicità attraverso i suoi calzini colorati. Fonda con il papà Mark la John’s Crazy Socks e il fatturato a fine del primo anno supera il milione di dollari. Oggi vende in tutto il mondo.

La ricerca della felicità non dipende dal numero dei cromosomi. E così la disabilità non è stata un freno per il giovane John Cronin, ventiduenne con sindrome di Down, che ha fondato insieme al papà Mark un’impresa di successo ed è diventato milionario.

“L’idea iniziale era quella di fare un business divertente – spiega John – e ci eravamo orientati su un’attività in ambito culinario, pensavamo a un food truck. Ma c’era un problema. Nè io, nè mio padre sappiamo cucinare”.

E’ venuta in soccorso l’altra passione di John: quella per i calzini colorati. “Mi piacciono perchè sono divertenti, colorati e perchè tengono i piedi caldi”, dice.

Così, ancora frequentando l’ultimo anno di scuola superiore, ha dato vita alla John’s Crazy Socks che nel primo anno ha fatturato 1,4 milioni di dollari, vendendo calzini in tutto il mondo. Tra i clienti illustri, giocatori della NFL americana, il primo Ministro canadese Justin Trudeau e l’ex Presidente USA John W. Bush, che li ha indossati in occasione della giornata mondiale della sindrome di Down, ma soprattutto al funerale della moglie, scatenando la curiosità dei media.

John ama scrivere lettere di ringraziamento ai suoi clienti ed esprimere gratitudine allo staff che lavora per lui. Questi gesti fanno sentire bene le persone e questo fa stare ancora meglio John. Questa felicità, le piccole gioie che provengono da queste manifestazioni di gratitudine, è il tipo di felicità che John vuole mantenere e condividere con chiunque ha a che fare. Per questo si definisce Chief Happiness Officer (CHO).

John e Mark hanno dato vita a una vera e propria impresa sociale: metà della forza lavoro impiegata nella produzione – 15 persone – è composta da persone con disabilità e una parte degli utili è redistribuita in iniziative benefiche e sociali: il 5% dei ricavi è devoluto per esempio alle Special Olympics. Non poco, se si pensa che a partire dalla costituzione la società ha realizzato oltre 2,5 milioni di dollari.

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John dà grandi lezioni di vita: “Quando ero piccolo, avevo un’insegnante di sostegno che mi aiutava a scuola. Mi piacevano i miei insegnanti, ma volevo dimostrare loro di essere in grado di fare da solo e di non aver bisogno di aiuto. Anche per andare a scuola, non volevo mi accompagnasse il piccolo bus (quello attrezzato per gli studenti disabili), ma ho sempre preso “il grande autobus”, come tutti gli altri”.

“oggi – prosegue – mi piace gestire la mia impresa di calzini. Non posso farlo da solo, mi aiutano il mio papà, la mia famiglia, i miei insegnanti, ma voglio anche mostrare che le persone con la sindrome di Down possono lavorare e fare molte altre cose, come tutti”.

I media americani avevano in qualche modo prestato attenzione alla storia di questo giovane imprenditore con sindrome di Down, ma soltanto dopo una video intervista della BBC che ha ottenuto oltre 24 milioni di visualizzazioni su Facebook, il caso di John e Mark è esploso in tutto il mondo. Oggi i suoi calzini sono in vendita anche su Amazon.

 

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