Torna Basket Beats Borders, il torneo di basket femminile che fa incontrare le ragazze del campo profughi di Shatila (Libano) e le giocatrici italiane. Anche tu puoi contribuire partecipando al crowdfunding per sostenere le spese organizzative dell’evento che promuove lo Sport e il dialogo interculturale

Coltivare la speranza nei luoghi più emarginati del mondo, si deve. Farlo attraverso lo Sport, si può. E il Basket Beats Borders ne è un esempio concreto. Dopo il successo dello scorso anno, Roma si appresta a ospitare la seconda edizione di questo particolare torneo di basket femminile organizzato da Un Ponte per…, Sport Against Violence, Real Palestine Youth Fc e il Centro Laici Italiani per le Missioni.

A fine giugno, infatti, sono pronte a fare il loro ingresso sul campo da gioco ragazze palestinesi, libanesi e siriane del Real Palestine Youth F.C., provenienti dal campo profughi di Shatila, alla periferia di Beirut. Le giocatrici incontreranno, come avvenuto nella precedente edizione, alcune squadre romane all’insegna della condivisione e del dialogo, dell’emancipazione e della diversità intesa come valore e fonte di arricchimento culturale e umano.

Insomma, una manifestazione che, andando oltre il risultato sportivo, si presenta come “un’occasione per parlare della questione palestinese – spiegano gli organizzatori – e di come si vive in un campo profughi libanese come quello di Shatila, favorendo un momento di discussione e riflessione collettiva”.

Il campo profughi di Shatila, nato nel 1949 per ospitare i profughi palestinesi, oggi ospita anche migliaia di rifugiati siriani. La vita del campo risente del sovraffollamento: le condizioni igienico sanitarie sono inadeguate e l’assenza di spazi pubblici costringono giovani e adulti a sacrificare svago e divertimento.

Uscire da quel campo e partecipare al torneo, per le giovani giocatrici, significa tornare alla normalità per qualche giorno, sentirsi libere di muoversi, viaggiare, divertirsi come gran parte delle loro coetanee nate in Paesi senza guerra, come l’Italia.

E mai come in questo caso “lo sport rappresenta il mezzo per entrare in contatto, divertirsi e condividere le proprie esperienze sportive e di vita”.

Ma per far sì che la seconda edizione del Basket Beats Borders possa svolgersi e aprire le porte a questo incontro interculturale, c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Grazie alla sensibilità di associazioni partner dell’evento e delle squadre di basket della capitale, gli organizzatori stanno mettendo insieme le risorse per garantire la riuscita del torneo. Ma non basta. Per questo è stata avviata una raccolta fondi online sul sito di crowdfunding produzionidalbasso.com

I fondi raccolti – spiegano i promotori –  verranno utilizzati per coprire le spese di soggiorno e di viaggio delle ragazze e del loro coach Majdi (richieste di visto; biglietti aerei da e per il Libano; vitto, alloggio e spostamenti a Roma)”.

Insomma, tutti hanno la possibilità di essere protagonisti al Basket Beats Borders: basta un click!

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