Un sistema di infrastrutture di grande forza strategica per “costruire una regione digitale”. Il progetto è stato presentato dalla Regione Lazio lo scorso 21 gennaio presso la Sala Tirreno, illustrati i piani di intervento e di attuazione.

Banda Ultra Larga (BUL) è il nuovo progetto della Regione Lazio che porta connettività ultra veloce in tutti i comuni laziali. Il programma degli interventi (e del piano d’azione) è stato presentato agli amministratori locali lo scorso 21 gennaio presso la Sala Tirreno della Regione.

“Il tema della banda ultra larga – ha spiegato in apertura dell’evento Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive – ha l’obiettivo di costruire una regione digitale. È un’opera pubblica che ha la stessa valenza del progetto autostradale. Si tratta di un investimento di 178 milioni di euro per la realizzazione di una rete pubblica in fibra ottica che porterà connettività a 100 Mbps a oltre il 70% dei cittadini, a tutte le sedi della Pubblica Amministrazione, scuole e strutture sanitarie comprese.”

Antonella Pizzaleo, responsabile dell’agenda digitale della regione Lazio ha messo l’accento sul fatto che il piano  BUL è legato al concento di cittadinanza digitale e democrazia digitale. “ La Banda ultra larga è centrale nella programmazione della regione Lazio – ha sottolineato la Pizzaleo – ed è un’azione cardine dell’Ente. Il piano della regione si rivolge alle aree bianche, cosiddette a fallimento di mercato, con l’obiettivo di coprire il 70 % del territorio con una connessione a 100 Mbps e il restante 30 % con una connessione a 30 Mbps”.

Non solo. Come ha spiegato Luca Ferrara, dirigente della Regione, oltre alla diffusione di una connettività ultra veloce, un altro obbiettivo è quello di assicurare un percorso amministrativo facilitato agli amministratori coinvolti tramite l’uso della nuova Conferenza di servizi riformata dal decreto Madia: saranno 4 le conferenze di servizi che potranno avvalersi di una piattaforma semplificata.

È stato presentato anche il progetto “Crescita digitale in comune”, promosso dal MiSE e affidato a Legautonomie, con il sostegno di Leganet e Ancitel, per affiancare i comuni in tutte le fasi del Piano Banda Ultra Larga.

Banda Ultra Larga: strategia, strumenti e finanziamenti

In linea con l’Agenda Europea 2020, il 3 Marzo 2015, il governo italiano ha approvato la Strategia Italiana per la banda ultralarga: entro il 2020, si intende raggiungere l’85% della popolazione con infrastrutture capaci di trasmettere servizi a velocità pari e superiori a 100 Megabit per secondo (Mbps) assicurando nello stesso tempo l’accesso alla rete internet ad almeno 30Mbps al 100% dei cittadini.

Per favorire lo sviluppo della banda ultralarga il governo ha semplificato il quadro normativo, favorendo la creazione di nuovi driver di sviluppo, l’utilizzo di incentivi fiscali, la riduzione dei costi di installazione. L’idea è quella di una nuova prospettiva in cui l’Italia investe in infrastrutture a prova di futuro e grazie allo sviluppo dei servizi si trasforma in una società digitale.

La strategia intende portare: connettività ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana, garantendo al contempo una copertura ad almeno 30 Mbps in download a tutti cittadini entro il 2020; copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare); banda ultralarga nelle aree industriali.

Attraverso quali strumenti? Semplificazioni amministrative e riduzioni oneri; creazione di strumenti di defiscalizzazione per gli interventi di infrastrutturazione; stimoli per l’innesco della domanda; agevolazione per l’accesso alle risorse economiche e istituzione di un polo per l’attrazione di fondi/fondo di garanzia e credito a tassi agevolati; realizzazione diretta da parte del settore pubblico delle opere nelle aree a fallimento di mercato; creazione del catasto del sopra e sottosuolo.

Le fonti di finanziamento sono:

  • 5 Miliardi di euro di fondi pubblici nazionali.
  • 3,5 miliardi provenienti dal Fondo sviluppo e coesione (FSC 2014-2020), di cui 2,2 miliardi già assegnati da delibera CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) del 3 Agosto 2015 per l’intervento nelle aree bianche a fallimento di mercato.
  • 1,8 miliardi di euro da programmi operativi (Regionali e Nazionali) 2014-2020 tra cui 230 milioni di euro dal Programma Operativo Nazionale Imprese e Competitività (2014-2020).

Piano BUL: gli aspetti tecnici del progetto

Come ha spiegato Salvatore Lombardo, direttore generale di Infratel, durante l’evento di presentazione del Piano Banda Ultra Larga, “l’intervento attua una direttiva comunitaria che contiene una serie di norme volte all’accelerazione dei tempi di posa della fibra ottica e dell’utilizzo delle nuove tecnologie in materia di scavo, meno invasive e onerose”.

Si cercherà, dunque, di evitare gli scavi, ‘posando’ la fibra su infrastrutture esistenti. “Il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) – ha aggiunto Lombardo – con il supporto di Infratel, ha avviato delle interlocuzioni con altri enti centrali, coinvolti dal processo autorizzativo, per la semplificazione del processo autorizzativo. In particolare sono state indirizzate: una convenzione Anas, una convenzione RFI (Rete Ferroviaria Italiana), un protocollo d’intesa Mise-Upi (Unione delle Province d’Italia), per la stipula di una convenzione Infratel-Province, linee guida con Anci e associazioni gestori delle reti gas per la gestione delle interferenze e una circolare con il Mibact che fornisce una linea guida unica a tutte le soprintendenze per il rilascio dei pareri storico architettonici, archeologici e paesaggistici. La rete rimarrà pubblica e sarà gestita dallo Stato tramite un concessionario che provvederà alla manutenzione per un periodo di venti anni. Saranno garantiti prezzi d’accesso più di quelli di mercato”.

Per avviare il piano degli interventi sarà necessario che ogni comune sottoscriva la Convenzione che disciplina le modalità di interazione tra il Comune e Infratel Italia, per il compimento delle opere di realizzazione e manutenzione della infrastruttura. Nel caso della Regione Lazio sono state affidate alla società Open Fiber.

Tramite la piattaforma web Crescita Digitale in Comune sarà possibile diffondere contenuti informativi, formativi e di appoggio agli enti locali, come la consulenza legale erogata mediante la sezione “Atti deliberativi” e “Esperto risponde”.

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